domenica 12 giugno 2011

Sbloccati gli incentivi 2011: l'Italia riparte dal fotovoltaico


Sbloccati i sussidi sul fotovoltaico, sono attesi forti investimenti e l’Italia è pronta a ripartire, dopo la battuta d’arresto della prima parte dell’anno, dovuta alle incertezze normative, come il caso dei 360 milioni di euro, in joint-venture fra Sharp, Enel e StM, per realizzare a Catania il più grande stabilimento di moduli a film sottile d’Europa.
Barbara Rudek, responsabile delle relazioni istituzionali di Sharp Europa, ha spiegato che l’interruzione dei sussidi decisa dal governo a marzo  aveva fatto dubitare della bontà di quell’investimento, ma adesso che gli incentivi sono stati ripristinati, tutto è pronto per andare avanti.
E anche gli altri giganti internazionali del settore, come Suntech e First Solar, hanno ripreso vigore. Il nuovo sistema di incentivazione è entrato in vigore il primo giugno dopo mesi di contestazioni da parte degli operatori del settore. Al momento non esistono ancora interpretazioni chiare e univoche relative a molti aspetti importanti del testo: ad esempio non è ancora definito che cosa si debba intendere per modulo made in Europe, per cui è previsto un bonus aggiuntivo del 10%.
Considerando che un modulo è il risultato finale di componenti e tecnologie spesso provenienti da paesi diversi, è chiaro che la divisione in prodotti comunitari non sarà molto agevole. Il boom del fotovoltaico dovrebbe essere sostenuto dal raggiungimento della grid parity con le fonti tradizionali che, secondo le stime fornite da Giambattista Zorzoli di Ises Italia, dovrebbe arrivare proprio entro il 2020 in tutte le regioni italiane per qualsiasi tipologia di impianto.
Considerate, dunque, le potenzialità di crescita, ora manca solo la costruzione di una filiera italiana del settore, che dipende ancora quasi completamente dall’estero e che rappresenta uno degli aspetti che la riforma ha voluto considerare particolarmente, con una clausola che concede un bonus del 10% in più agli impianti realizzati per almeno il 60% con forniture europee.

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