venerdì 27 gennaio 2012

Stop agli aiuti al fotovoltaico per i terreni agricoli

Esclusi dal beneficio della tariffa incentivante gli impianti fotovoltaici, per la produzione di energia elettrica, collocati a terra. Lo prevede la bozza di decreto legge sulle liberalizzazioni in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La norma rende di fatto assolutamente non convenienti gli impianti con moduli collocati a terra in aree agricole, in quanto la tariffa incentivante erogata ai sensi del Dlgs 3 marzo 2011 n. 28, rappresenta di norma circa tre quarti del ricavo complessivo. Rimane fermo invece il beneficio per i pannelli collocati sui tetti come in precedenza.
Relativamente agli impianti in corso di realizzazione, l'applicazione della tariffa incentivante è salva se l'impianto ha ottenuto il titolo abilitativo entro la data di entrata in vigore del decreto legge. Sono ammessi al beneficio anche coloro che alla stessa data abbiano presentato domanda per il conseguimento del titolo abilitativo, a condizione che l'impianto entri in funzione entro un anno dalla entrata in vigore dal provvedimento sulle liberalizzazioni. Per titolo abilitativo si intende l'autorizzazione "unica" (Dia o Scia) rilasciata dal Comune o dalla Provincia a seconda dei casi, ai sensi del Dlgs 387/2003 ( si può trattare della Dia o Scia).
La norma prevede che rimangono agevolati gli impianti fotovoltaici costruiti a copertura di serre di produzione agricola. Se i pannelli costituiscono infatti elementi costruttivi delle serre si applica la tariffa incentivante prevista per gli impianti realizzati sugli edifici. In questo caso tuttavia la norma pone l'obbligo che le serre presentino un rapporto di proiezione al suolo della superficie coperta dai pannelli fotovoltaici non superiore alla metà della superficie totale della serra stessa.
In sostanza le serra deve poter ricevere almeno il 50 per cento di luce per consentire la produzione di vegetali. La possibilità di esercitare la coltivazione sotto la serra è un'esigenza anche fiscale in quanto la produzione di energia rientra nel reddito agrario se il fatturato della attività agricola supera i ricavi della vendita di energia esclusa la tariffa incentivante (agenzia delle Entrate, circolare n. 32/209). Pertanto è necessario che venga svolto sotto la serra l'esercizio della attività agricola.
La norma provvede infine alla abrogazione di alcune disposizioni contenute nell'articolo 10 del Dlgs 28/2011 che regolano la produzione di energia da fonti fotovoltaiche in pieno campo. Vengono infatti abolite alcune disposizioni che riguardavano la collocazione degli impianti a terra quali ad esempio quella che obbligava il titolare dell'impianto a non impiegare più del 10% per cento della superficie di terreno posseduta.
Il taglio della tariffa incentivante per gli impianti a terra risponde a due esigenze: da un lato il risparmio di incentivi da parte del GSE e dall'altro l'opportunità di non sottrarre troppo terreno alle coltivazioni agricole.



fonte:  http://www.ilsole24ore.com

Notai: Niente ICI sugli impianti fotovoltaici

Secondo il Notariato, gli impianti fotovoltaici possono essere assimilati a quelli di interesse pubblico, che sono esenti dall’Ici.
Secondo il Consiglio nazionale del Notariato, le centrali fotovoltaiche (cioè gli impianti fv di grandi dimensioni) rientrano nella categoria dei beni immobili; più in generale, gli impianti fotovoltaici possono essere assimilati a impianti di interesse pubblico, quindi sono esenti dal pagamento dell’Ici (studio n. 221-2011/C e studio n. 35-2011/T).
Sul tema della natura di bene mobile o immobile dell’impianto fotovoltaico si sono già espresse in passato sia l’Agenzia delle Entrate che l’Agenzia del Territorio. Secondo l’Agenzia delle Entrate (circolare n. 46/E/07) l’impianto fotovoltaico collocato su un terreno non costituisce un impianto fisso al suolo, poiché di solito i pannelli solari che lo compongono possono essere facilmente rimossi e posizionati in altro luogo conservando inalterata la loro funzionalità originaria. Una successiva circolare delle Entrate (n. 38/E/2010) ha affermato che sono da considerare come “mobili” tutti gli impianti anche infissi al suolo che possono essere separati e riutilizzati in altro luogo (studio n. 221-2011/C).
Invece l’Agenzia del Territorio, con la circolare 3/T/2008, ha affermato che l’impianto fotovoltaico a terra, non essendo separabile dal suolo senza alterare la natura del bene complesso, va assimilato alle turbine delle centrali elettriche e quindi rientra fra i beni immobili inquadrati nella categoria catastale D1. Ne consegue l’attribuzione di una rendita di 2 euro per metro quadrato e l’imposizione dell’Imposta comunale sugli immobili (Ici).
Nello Studio n. 35-2011/T i profili fiscali degli atti relativi agli impianti fotovoltaici sono stati affrontati dal Notariato. In questo documento si afferma la “possibile assimilazione” degli impianti fotovoltaici agli impianti di interesse pubblico, per i quali vale l’esenzione dall’Ici.



fonte:  http://www.fotovoltaiconews.it

domenica 22 gennaio 2012

Incentivi rinnovabili, Governo Monti accelera sulle modifiche

Il tema delle rinnovabili resta di estrema attualità nel nostro Paese. Negli ultimi due anni oltre che dare una mano concreta alla lotta alla riduzione della produzione di CO2, il settore è stato uno tra i pochi a dimostrarsi vitale e in crescita. Merito, si sa, di un sistema di incentivi statali tutt’ora vantaggioso. Con l’arrivo del 2013, però, nuove leggi dovranno regolamentare questi finanziamenti.
Il fotovoltaico resta la fonte rinnovabile su cui più aperte sono le discussioni. Sappiamo bene come secondo molti analisti il costo dei vari Conti Energia si riversi nelle bollette energetiche dimostrandosi poco conveniente, anche se non mancano comunque voci che smentiscano quest’interpretazione dei fatti. Più facile sembra il lavoro di Governo e Parlamento sulle restanti fonti energetiche rinnovabili.
Si dirà che per il 2013 c’è ancora tempo. In realtà, quando si parla di altre fonti rinnovabili, se si eccettua il minieolico, parliamo sempre di impianti più grandi che necessitano di lavori ed investimenti di ben altra portata rispetto ad un fotovoltaico domestico. Dunque, per certi versi siamo già in una fase di ritardo legislativo.
In effetti, la legge doveva essere già elaborata dal Governo a novembre, ma la caduta dell’esecutivo guidato da Berlusconi e le urgenze che sono seguite all’insediamento di Mario Monti l’hanno di fatto reso impossibile. Oggi però, dalle voci che circolano, pare che il Governo si sia deciso ad affrettare i tempi, almeno per quanto riguarda le fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico.
Per i dettagli precisi aspettiamo che qualcosa vengo messa su carta. Possiamo però anticiparvi alcune novità importanti: il nuovo esecutivo sembra un po’ più generoso nei confronti del settore, rispetto al precedente. Si parla di un paio di miliardi in più annui da investire, divisi fra fotovoltaico ed altre fonti.
Cambierà il meccanismo con cui vengono elargiti i finanziamenti, sostituendo i certificati verdi con una misurazione della produzione effettiva ed un compenso ad essa commisurato. Per l’eolico si prospettano finanziamenti durevoli 20 anni (25 in caso di impianti offshore). Il calcolo economico di quanto verrà corrisposto dipenderà dalle dimensioni degli impianti: da un minimo di 118 euro a MWh per impianti superiori ai 5MW ad un massimo di 310 euro per impianti inferiori od uguali a 20 kW.
Incentivi tra i 25 ed 30 anni per l’idroelettrico, con una forbice tra i 102 ed i 230 euro. Gli impianti geotermici non riceveranno più di 105 euro a MWh prodotto. In questi casi gli impianti grandi, superiori ai 5 MW non riceveranno incentivi automatici, ma potranno partecipare a delle aste al ribasso per accaparrarsi i finanziamenti.
Infine, qualcosa sarà previsto anche per le biomasse ed in alcuni casi impianti di questo tipo anche di 20 MW potranno essere accettati agli incentivi.


Complessivamente, il Governo per questi finanziamentistanzierà fra il 2013 ed il 2015 una cifra che andrà tra i 12 ai 14 miliardi, di cui circa metà destinati al fotovoltaico. L’obiettivo per questo lasso di tempo sarà l’installazione nel nostro paese di:
  • 1.850 MW di eolico a terra
  • 680 MW di offshore
  • 150 MW di idroelettrico
  • 60 MW di geotermico
  • 180 MW di biomasse, biogas e bioliquidi sostenibili.
In conclusione, l’impressione è quella di un piccolo cambio di rotta. Il Governo Monti, pur timidamente, sta invertendo il trend dei tagli al settore del precedente governo. Speriamo che tutto ciò venga confermato anche nei prossimi giorni.
Fonti: Il Sole 24 Ore.

Fallimento Solon SE. Procedura d'insolvenza non per le filiali estere

fotovoltaico86Gli sforzi fatti negli ultimi mesi per portare avanti una ristrutturazione finanziaria dell’azienda e i negoziati avviati con investitori e banche creditrici non hanno avuto successo: questo ha portato la tedesca Solon ad aprire una procedura di insolvenza. Sullo sfondo la concorrenza con i produttori fotovoltaici cinesi, di cui il gruppo tedesco ha risentito come del resto l'intero comparto, combinata con la caduta dei prezzi dei moduli e il drastico calo degli incentivi pubblici. Una situazione che, secondo gli analisti, dopo Solon, prima vittima illustre del comparto in Germania, potrebbe avere gravi ripercussioni anche su altre aziende del fotovoltaico. L’annuncio fatto nei giorni scorsi dall’azienda, che in Italia ha una sede a Carmignano di Brenta (Padova), ha causato un terremoto in Borsa con pesanti effetti sulle quotazioni dell’intero settore: mercoledì scorso le azioni di Solon hanno fatto registrare un tracollo, con perdite fino al 60% tirandosi dietro nella caduta altre società quali Phoenix Solar, Q-Cells e Conergy. Molti si domandano ora quale sarà il destino delle filiali di Solon all’estero, compresa quella italiana, ma c’è da dire che al momento la procedura d’insolvenza riguarda solo la società madre e le sue filiali tedesche (SOLON Photovoltaik GmbH, SOLON Nord GmbH e SOLON Investments GmbH) e i loro oltre 500 impiegati su un totale di 800. Una procedura decisa dalla dopo il fallimento dei negoziati per posticipare la scadenza per il pagamento di un debito da 275 milioni di euro con Deutsche Bank e altre banche tedesche. Solon tenterà ora di portare avanti la ristrutturazione finanziaria nell’ambito della procedura di insolvenza.

 (Chi ha impianti con questo tipo di pannelli???  le garanzie???)

Fonte: Zeroemission.tv

venerdì 20 gennaio 2012

Energia elettrica, bollette molto più care soprattutto per le medie imprese

Energia elettrica, bollette molto più care soprattutto per le medie imprese
Il Governo Monti punta sulla forza delle medie imprese per mettere in moto la ripresa. D’accordo. Ma allora perché colpisce proprio le aziende di medie dimensioni sostituendo l’addizionale provinciale sulle accise sulla bolletta dell’elettricità con un ritocco “all’in su” dell’accisa nazionale?

L’aggravio dell’accisa (lo confermano le prime analisi) va da poco più del 13% per le imprese che consumano fino a 400 mila Kwh al mese e la maggiorazione del costo della bolletta può superare anche il 5%.
Esempio. Un’azienda che consuma 500 mila Kwh al mese, nel 2011 pagava circa 3800 euro tra addizionale provinciale e accisa all’erario. Con il nuovo sistema pagherà più 6000 euro. E l’incremento è di più del 50%. Per altre fasce di consumo (maggiori: fino a 1.199.999 Kwh al mese) l’aumento sarà di più del 140%.

Ma allora, chi risparmierà veramente? Le aziende che consumano più di un milione e 200 mila Kwh al mese. Insomma, per più della metà delle aziende ci sarà un aumento in bolletta che va dallo 0,4% al 5%.


Il meccanismo, oltre tutto, non è progressivo, ma a scaglioni. Questo induce le imprese a finire nello scaglione successivo a quello di partenza. In questo modo si contraddice il principio base: il risparmio e l’efficienza energetica.
Si mormora che sia partita una lettera di Emma Marcegaglia, indirizzata a Mario Monti. Confindustra, infatti, ha scoperto il problema: le piccole imprese saranno premiate un po’, le grandi molto, le medie saranno penalizzate. Molto.
Rincara la dose Vincenzo Buccia, presidente delle Piccola Industria di Confindustria: “Abbiamo buoni motivi per sostenere che il saldo per lo Stato non sarà affatto invariato” dice.

Dobbiamo ancora comprendere perché. Le piccole-medie imprese sono, come si è sempre detto, il traino dell’economia italiana. E, in numero, costituiscono il blocco più consistente del mondo economico italiano. Se si vuole dare una spinta all’economia, perché colpire le medie? Si vuol dar loro una spinta, si, ma nel burrone.
No, non vogliamo credere che Monti faccia questo.


fonte: http://www.illuminotecnica.com/articolo/12816/Energia-elettrica-bollette-molto-piu-care-soprattutto-per-le-medie-imprese

domenica 8 gennaio 2012

Processo Eternit


Oltre tremila persone alla Fiaccolata per la solidarietà e la Giustizia. Pienone all'auditorium San Filippo video

Casale Monferrato | 08/01/2012 — Oltre tremila persone - secondo i promotori - hanno preso parte alla fiaccolata per la Giustizia e la solidarietà promossa oggi alle 18 dal dall'Associazione familiari vittime amianto.
Una stima che nasce dalla constatazione che la partecipazione è stata ancora più grande rispetto alla fiaccolata del 2008 che si stimava aveva raccolto circa 2000 adesioni.

Una partecipazione spontanea, larghissima che ha fatto pronunciare al portavoce del Comitato Vertenza Amianto Bruno Pesce parole di ottimismo: «Credo che dopo questa sera il Comune non firmerà più l'accordo con Schmidheny... voglio crederlo! Ma certamente – qualunque cosa decida di fare la giunta – non potrà più dire che la città di Casale lo vuole. E qualunque cosa decida la giunta di Casale, la gente resterà nel processo. Non ci sarà il sindaco, non ci sarà la giunta, ma la città continuerà la sua battaglia per la giustizia...».
Niente cori, slogan strepiti, solo tanta, tantissima gente che ha sfilato per le strade di Casale dietro lo striscione che da sempre apre i cortei della lotta trentennale alla polvere killer; tre parole: «giustizia, ricerca, bonifica».
Donne, uomini, mamme, figli, madre, nonni, nipoti, persone di tutte le età.
C'erano anche parecchi stranieri che vivono a Casale e che si sentono solidali con la comunità che li ha accolti.

Timmi, albanese, è arrivato a Casale all'inizio degli anni '90 e «anche se non sono toccato dal problema, per quanto riguarda la mia famiglia di origine – dice – ho voluto esserci perché ho tanti amici che hanno perso familiari...».
La fiaccolata si è mosso da piazza Castello percorrendo via Saffi, via Roma e via Cavour, fino davanti al municipio: «Tutto chiuso e buio», hanno commentato parecchi.

Proprio davanti al Comune, luogo di rappresentanza della città, le migliaia di persone si sono fermate per ascoltare dalla voce della attrice Caterina Deregibus le poesie di Assunta Prato, Giuliana Busto e Pierluigi Porta, tre voci che raccontano una sola storia, quella di una città condannata dall'avidità dei baroni dell'amianto al dolore, alla disperazione, al lutto, casa per casa, famiglia per famiglia.

Proprio lì davanti al Comune sotto qualche goccia di pioggia che cadeva proprio mentre l'attrice casalese leggeva versi che parlavano delle lacrime di una figlia per il dolore di fronte alla madre malata d'amianto il lancio di migliaia di bigliettini: sopra il disegno stilizzato di un volto e la scritta «Morto d'amianto».
Poi il serpentone ha poi ricominciato a muoversi per raggiungere piazza Mazzini, snodandosi lentamente per via Saffi e via Liutprando, dove Caterina Deregibus ha letto altri versi.
Dai partecipanti unanime la richiesta al sindaco Giorgio Demezzi di ripensarci e di rinunciare alla transazione con lo svizzero, individuato dalla Procura di Torino come uno dei responsabili della orribile strage causata Eternit.
Al termine in piazza Mazzini i volontari dell'Associazione Familiari, quelli che per due anni ogni settimana hanno preso il pullman per assistere al Processo da cui si attendono finalmente giustizia hanno ripulito il «salotto di Casale» dalle cartacce.

La manifestazione prosegue alle 20,30 all'auditorium San Filippo.
La manifestazione per la solidarietà e la giustizia prosegue alle 20,30 all'auditorium San Filippo con la maratona musicale.
La serata musicale sarà aperta dal tenore Fabio Buonocore, casalese, con un palmares di tutto rispetto, che canterà Nessun Dorma, celebre romanza della Turandot di Giacomo Puccini.
«Nessun dorma... Per il nostro futuro» è proprio il titolo scelto per la manifestazione.

Poi l’esibizione delle band casalesi con una grande varietà di generi che renderanno la serata certamente interessante.
Inizieranno i Baraonda meridionale (genere folk), seguiti poi dai Raggi Ultraviolenti (punk), dai Cross Way Squad (ipop), dagli Stomp Rulers (reggae), dai Radio King (country).
Chiusura della serata affidata al grande blues di Paolo Bonfanti che suonerà con il fisarmonicista Roberto Bongianino.

Pienone all'auditorium San Filippo
Tutto esaurito all'auditorium San Filippo di Casale per la maratona musicale intervallata dagli interventi degli esponenti dell'Afeva. (Seguiranno aggiornamenti)

Fonte :http://www.ilmonferrato.it/articolo.php?ARTUUID=90382B77-E643-4AAB-8D75-A2F39B88A7AD&MUUID=AFA9393B-B907-4AD0-878F-5C402A0A8219