domenica 4 marzo 2012

Fatturato in calo per Solarworld



Diminuiscono entrate e forniture per Solarworld nel 2011


In base ai

In base ai risultati preliminari dell’anno fiscale 2011, il produttore tedesco di moduli fotovoltaici Solarworld AG si attende entrare per un valore di 1,066 miliardi di euro, con una perdita rispetto al risultato di 1,322 miliardi di euro del 2010. L’azienda attribuisce la riduzione delle entrate alla sovrapproduzione di prodotti solari sul mercato globale e alla discesa dei prezzi dei moduli. L’azienda, sempre secondo i risultati preliminari, ha registrato un EBIT negativo di 233 milioni di euro, mentre nel 2010 l’EBIT era stato positivo per 193 milioni di euro. Le forniture di wafer e moduli hanno raggiunto 794 megawatt nel 2011, mentre l’anno precedente erano state di 819 megawatt; al seguente link il comunicato
risultati preliminari dell’anno fiscale 2011, il produttore tedesco di moduli fotovoltaici Solarworld AG si attende entrare per un valore di 1,066 miliardi di euro, con una perdita rispetto al risultato di 1,322 miliardi di euro del 2010. L’azienda attribuisce la riduzione delle entrate alla sovrapproduzione di prodotti solari sul mercato globale e alla discesa dei prezzi dei moduli. L’azienda, sempre secondo i risultati preliminari, ha registrato un EBIT negativo di 233 milioni di euro, mentre nel 2010 l’EBIT era stato positivo per 193 milioni di euro. Le forniture di wafer e moduli hanno raggiunto 794 megawatt nel 2011, mentre l’anno precedente erano state di 819 megawat

I prezzi dei moduli restano volatili


L’Indice dei prezzi PHOTON ha registrato fluttuazioni al rialzo e al ribasso per i prezzi dei moduli durante la scorsa settimana.
Dopo un leggero decremento registrato nella settimana anteriore, i prezzi dei moduli monocristallini sono cresciuti di nuovo di quasi il 9 per cento.
I prezzi per i moduli policristallini sono aumentati di più del 14 per cento.
Rispetto al mercato dei moduli quello degli inverter resta decisamente piú calmo, con prezzi pressoché invariati rispetto alla settimana precedente.
L’indice dei prezzi è stabilito periodicamente dalla redazione di PHOTON sulla base delle offerte degli operatori di mercato sul mercato spot tedesco.
La tabella completa con tutte le tendenze relative anche ad altre tecnologie e aree geografiche è pubblicata regolarmente nell’edizione di PHOTON; scaricate la tabella al seguente link

Fonte: Photon

Avviata procedura di insolvenza per Solar Millennium

Il produttore spagnolo di moduli fotovoltaici Solaria Energía y Medio Ambiente SA ha registrato una perdita netta di 24 milioni di euro nell’anno fiscale 2011, mentre nel 2010 l’azienda aveva fatto registrare un risultato netto positivo di 6,5 milioni di euro.


Le vendite ammontano a 121 milioni di euro, con una perdita del 25 per cento rispetto al risultato di 161 milioni di euro del
Il tribunale tedesco di Fürth ha avviato la procedura di insolvenza per l'azienda Solar Millennium AG.
Il tribunale ha nominato Volker Böhm curatore fallimentare della società.
Secondo il comunicato stampa emesso da Solar Millennium, continua la ricerca di possibili investitori ed esiste la possibilità concreta che vengano acquisiti alcuni progetti spagnoli e la filiale Flagsol GmbH.
Per quanto riguarda la possibilità che la società possa essere acquisita nel suo complesso, l'azienda ha comunicato che le prospettive restano molto incerte. Leggi comunicato.
Fonte:  PHOTON
2010.
Secondo quanto comunicato da Solaria, le vendite di moduli sono calate del 53 per cento rispetto al 2011 a causa della forte discesa dei prezzi e alle modifiche introdotte nelle legislazioni sul fotovoltaico in Germania e Spagna.

Fonte: Photon

Q-Cells dilaziona il debito




Q-Cells ottiene due mesi di tempo dai creditori
Il produttore tedesco di celle solari Q-Cells SE ha annunciato che i detentori di obbligazioni dell’azienda hanno concesso la proroga per la data di maturità delle obbligazioni al 30 aprile 2012.
La data di maturità precedentemente prevista dall’emissione di obbligazioni era il 28 febbraio 2012.
L’azienda è attualmente in una difficile situazione finanziaria, con debiti per circa 800 milioni di euro. Leggi comunicato

Fonte Q-cell

GSE, IV conto energia e la tempesta normativa 2011



GSE, IV conto energia e la tempesta normativa 2011



Il Gestore Servizi Energetici (GSE), così come molti addetti ai lavori, è certo che il 2011, anno della tempesta perfetta dei diversi 'conto energia' che si sovrappongono, del decreto “Salva Alcoa”, delle decine di interpretazioni dei decreti ministeriali, delle 190mila domande di incentivi, non potrà più ripetersi per molti motivi. Facciamocene una ragione, il mercato fotovoltaico italiano non è da 9,2 GW (potenza entrata in esercizio nel 2011), almeno non ora. In effetti se si ragiona in termini di impianti realizzati e non di impianti in esercizio, lo scorso anno è stato più o meno sulla stessa linea del 2010, forse anche leggermente inferiore.
Come ha detto l’ing. Francesco Trezza responsabile dell’Unità Conto Energia del GSE, nel corso del workshop organizzato alla Conferenza dell’Industria Solare (CIS-IT), svoltasi a Roma il 23 e 24 febbraio, il mercato nazionale è più propriamente da 5-6 GW/anno. "Come si può pensare che quello italiano possa essere un terzo di tutto il mercato FV planetario? E’ qualcosa che oggi spaventa e non può essere un fatto positivo”, ha affermato Trezza.
Sottoposto a dure critiche, soprattutto nell’ultimo semestre, il servizio del GSE per forza di cose dovrà nel 2012, almeno tra marzo ed aprile, ritornare su livelli qualitativi pre-2011. I dati che provengono dall’ente dicono che nel 2011 la capacità di gestione delle pratiche era di un terzo rispetto alle domande presentate, con conseguenti lunghi tempi di risposta. Oggi, invece, la situazione si è completamente ribaltata: “questa situazione non è ancora riscontrabile da parte degli operatori perché stiamo in effetti utilizzando la nostra maggiore capacità per smaltire il più velocemente possibile le grosse giacenze che si erano accumulate”. “Oggi siamo in grado di produrre tra le 35mila e le 40mila comunicazioni al mese – ha spiegato il rappresentante del GSE -. Quindi attualmente possiamo, tra chiusure di procedimenti e avvii agli incentivi, lavorare intorno ai 20mila progetti al mese. E non credo che esista al mondo una sola organizzazione in grado di gestire questa mole di progetti e con un tale complessità”.  La speranza per le prossime settimane è dunque di vedere rispondere il GSE nei tempi corretti di 60 giorni.
Il quarto conto energia è nato con l’idea di semplificare il meccanismo, ma questo purtroppo non è accaduto. “Dalle intenzioni alle decisioni poi passa tutto un mondo di situazioni che portano ad altri risultati. E da un certo punto di vista il quarto conto energia è stato ancora più complesso da gestire”, ha sottolineato Trezza. Diverse le criticità, ancora non risolte. Nel corso del workshop ne sono emerse solo alcune.
Un esempio è il premio del 10% per i prodotti europei. Si è visto come in corso d’opera questo incentivo aggiuntivo sia stato esteso anche a componenti e prodotti extra UE, anche assemblati in tali contesti, purché si riuscisse a dimostrare la provenienza dall’Europa di alcuni componenti e materiali. “La gestione di questo premio è di una complessità assoluta, totale”, dice Francesco Trezza.  “Il GSE si trovava di fronte a due scelte: o arrenderci e quindi darlo a tutti quelli che lo richiedevano oppure cercare di fare una distinzione seria. Quest’ultima soluzione ci è sembrata più opportuna. Poi però ci siamo resi conto che procedendo in quel modo avremmo allungato ancora in maniera esagerata i tempi di accettazione delle domande, perché nella quasi totalità dei casi in cui c’era stata la richiesta del premio la documentazione consegnataci non rispondeva ai requisiti che avevamo stabilito nelle regole applicative”.
Sarebbe iniziato così il lungo processo di richiesta di integrazione documentale, di fatto insostenibile economicamente per tutti, soprattutto per i soggetti responsabili. Il GSE ha spiegato che per questo motivo si è scelto di non valutare specificatamente il riconoscimento del premio. “In questa fase infatti riconosciamo il premio del 10% a tutti quelli che ce lo richiedono; però ci riserviamo in un prossimo futuro, allorché avremo smaltito tutte le nostre giacenze, di prendere in mano tutta la documentazione ed eventualmente procedere nell’iter normale di richiesta di documenti integrativi”, ha detto Trezza nel corso del workshop.
Altro tema di difficile gestione è anche quello relativo alla realizzazione degli impianti a terra in caso di terreni agricoli dismessi. L’attestazione dovrebbe provenire dalle Regioni in base ad una legge pubblicata diversi anni fa (che aveva un obiettivo esattamente contrario a quello concernente il quarto conto energia, cioè di indurre i proprietari a non abbandonare i terreni). Poiché le Regioni non hanno mai attuato quella legge, non possono attestare il cosiddetto abbandono dell’area agricola. “Noi come GSE – dice Trezza - non possiamo autonomamente derogare a qualcosa che è esplicitamente richiesto da un decreto e quindi non possiamo accettare autodichiarazioni da parte dello soggetto responsabile”.
C’è poi il problema dei Comuni che non rilasciano il documento che attesta l’idoneità del titolo autorizzativo  (in caso di edilizia libera) al momento della richiesta. Molti Comuni si rifiutano di produrre tale documento e non ne hanno la possibilità. “Anche qui, visto che noi dobbiamo solo applicare delle regole dettate, in questo caso, da un decreto ministeriale, non possiamo prescindere da una richiesta di documentazione prevista, appunto, dal Governo”.
Altra questione annosa è quella dell’integrazione architettonica innovativa e dellalista o catalogo dei prodotti idonei a questa tipologia di impianto, appositamente incentivata. Il GSE rassicura, affermando che su questa lista, tanto attesa, si è ormai in dirittura d’arrivo (comunque sarà pubblicata non prima di aprile, ndr).
Ma perché non è stata fatto prima? “Non potevano presentare una lista di pochissimi prodotti o soluzioni industrializzate alle quali sarebbe stato riconosciuto il ‘Titolo III’. Avremmo provocato una turbativa del mercato, creato un polverone e tante polemiche. In realtà le soluzioni possibili erano potenzialmente tante. Abbiamo allora aspettato di avere un campione rappresentativo delle diverse soluzioni tecniche e che a breve termine pubblicheremo sul nostro sito. Stiamo infatti per far partire le lettere ai proprietari degli impianti per la richiesta del consenso alle immagini, proprio ai fini della pubblicazione”.
Il GSE si dice disponibile, dopo questo tumultuoso periodo, a tornare alle buone pratiche di due anni fa, come quella di organizzare Focus Group su temi specifici e di dialogare con le Associazioni, cose per le quali in questo anno e mezzo è mancato il tempo.
Abbiamo illustrato la posizione del GSE, ma sappiamo che per gli operatori sono ancora moltissime le questioni aperte. Non esiteremo a parlarne, sempre nella speranza che si riapre un flusso di comunicazioni costruttivo per tutti.

Fonte: qualeenergia.it

Contatti Iscrizione newsletteEliminata la parte retroattiva del provvedimento sul fotovoltaico in agricoltura



Fotovoltaico su terreni agricoli: retroattività sventata


Cancellati dal maxiemendamento gli elementi di retroattività del famigerato articolo 65 del decreto liberalizzazioni sul fotovoltaico su terreni agricoli, ma anche l'equiparazione delle serre FV agli impianti su tetto. Intanto spunta un salvacondotto per gli impianti a terra in terreni del demanio militare, un bel regalo alla neonata Difesa s.p.a.
Passato lo spavento, diversi operatori del fotovoltaico potranno tirare un sospiro di solievo: sembrano essere stati cancellati glielementi di retroattività del famigerato articolo 65 del decreto liberalizzazioni, che andavano a colpire diversi investimenti già fatti su impianti fotovoltaici su terreni agricoli. Sparisce invece il comma che equiparava le serre fotovoltaiche agli impianti su edificio. E spunta un salvacondotto per gli impianti a terra in terreni del demanio militare, leggasi quelli che dovrebbe realizzare la neonata Difesa s.p.a., avvantaggiata non poco rispetto agli altri operatori.
E' quanto emerge dal testo del maxiemendamento al decreto liberalizzazioniapprovato dalla Commissione Industria del Senato, che dovrebbe essere votato con la fiducia già oggi (giovedì 1 marzo)  e dunque molto difficilmente subirà modifiche. (Aggiornamento 1 marzo: Il maxiemendamento è stato depositato senza modifiche per quel che riguarda l'art.65, si sta votando la fiducia e il  risultato finale è previsto intorno alle 17,15).
La magia contro la retroattività dell'art.65 la fa quella frase dell'emendamento (vedi allegato) secondo la quale “è fatto salvo il comma 6 dell'articolo 10 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, a condizione che l'impianto entri in esercizio entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”. L'effetto è quello di restituire agli impianti su terreni agricoli più grandi di un megawatto che occupino più del 10% del terreno agricolo il periodo di tempo utile per entrare in esercizio stabilito dal decreto Romani del 3 marzo 2011 e anche più tempo.
Per chi non avesse seguito la vicenda: il decreto Romani del marzo 2011 poneva per gli impianti a terra sui terreni agricoli (ai commi 4 e 5 dell'art.10) il limite di taglia di 1 MWp e del 10% di utilizzo del terreno, ma stabiliva anche, al comma 6 dello stesso articolo, che queste condizioni dovessero esser rispettate solo dagli impianti entranti in esercizio dopo il 28 marzo 2012. La versione pre-emendamento del art. 65 del decreto liberalizzazioni manteneva i commi 4 e 5 dell'art.10 del Romani ma abrogava il comma 6: di fatto cancellava la finestra concessa, impedendo l'accesso agli incentivi a tutti quegli impianti (che non abbiano le caratteristiche dei commi 4 e 5) che non fossero entrati in esercizio entro il 24 gennaio 2012.
Le conseguenze sono facili da immaginare (e le abbiamo raccontate qui): impianti già costruiti o in fase di realizzazione che contavano di entrare in esercizio entro il 28 marzo 2012 e che si vedevano invece di colpo cancellata ogni possibilità di accedere agli incentivi.
Ora, con l'emendamento approvato in Commissione, questa distorsione è cancellata e, una volta votata la fiducia al decreto, gli operatori potranno tirare un sospiro di sollievo: gli impianti in questione avranno 60 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione dello stesso decreto per entrare in esercizio conservando il diritto agli incentivi e, dunque, vedono il periodo di tolleranza esteso anche oltre il limite originario del 28 marzo 2012 stabilito dal decreto Romani.
"Sono salvaguardati gli investimenti delle imprese che hanno investito sul fotovoltaico a terra nelle aree agricole, sulla base degli incentivi in vigore”, commenta a Qualenergia.it il senatore PD Francesco Ferrante.
Sparisce poi il comma che nella versione originaria parlava delle serre fotovoltaiche, equiparandole agli impianti su edificio e garantendo loro dunque semplificazioni autorizzative e incentivi più generosi: si sarebbe scatenata una vera e propria corsa alle serre, invece con il maxiemendamento il comma è cancellato e la disciplina resta quella stabilta dal decreto Romani.
C'è poi un'altra curiosa novità introdotta all'art.65 dall'emendamento: il comma 1, quello che stabilisce lo stop agli incentivi agli impianti su terreni agricoli, si legge, “non si applica agli impianti realizzati e da realizzare su terreni nella disponibilità del demanio militare”. Un evidente regalo al ministero della Difesa, che si accinge a realizzare diversi impianti fotovoltaici tramite Difesa S.p.a., il braccio energetico del ministero la cui nascita è stata resa possibile dalla legge 99 del 2009, la stessa che prevedeva il ritorno al nucleare.
Difesa S.p.a., dunque, a differenza di tutti gli altri operatori privati del fotovoltaico, potrà continuare a realizzare impianti su terreni agricoli, ricevendo gli incentivi presi dalle bollette di tutti i consumatori. Un vantaggio non da poco che si aggiunge a un altro che Difesa S.p.a. ha: la legge 99, all'art. 27, prevede infatti che il Ministero della Difesa “può usufruire dello scambio sul posto per impianti alimentati da fonti rinnovabili di qualsiasi potenza (quindi anche superiore a 200 kWp, ndr), senza tener conto dell’obbligo di coincidenza tra il punto di immissione dell’energia prodotta e il punto di prelievo dell’energia consumata”.
Fonte: Qualenergia.it

Le azioni di First Solar perdono il 10 per cento dopo l’annuncio dei risultati del 2011


Le azioni del produttore statunitense di moduli a film sottile First Solar Inc hanno fatto registrare una perdita del 10 per cento in seguito alla pubblicazione dei risultati finanziari dell’anno fiscale 2011, durante il quale l’azienda ha fatto registrare una perdita netta di 40 milioni di dollari, con una forte perdita rispetto al risultato netto positivo di 664 milioni di dollari registrato nel 2010.
La perdita netta del quarto trimestre 2011 è stata di 413 milioni di dollari, con un notevole decremento rispetto al risultato netto positivo di 156 milioni di dollari ottenuto nel quarto trimestre 2010. Le vendite nette sono cresciute dell’8 per cento rispetto al 2010 per un valore complessivo di 2,8 miliardi di dollari.
L’amministratore delegato di First Solar, Mike Ahearn, ha dichiarato che l’azienda ha subito l’impatto di una concorrenza molto aggressiva e le incertezze legate alle regolamentazioni sul fotovoltaico. Leggi il comunicato

Fonte: First Solar Inc

Yingli Green Energy registra perdita netta da 509,8 milioni di dollari nel 2011

 

Il produttore cinese di moduli fotovoltaici Yingli Green Energy Holding Co. Ltd ha fatto registrare una perdita netta di 509,8 milioni di dollari nell’anno fiscale 2011, facendo registrare un contestuale aumento del 51,1 per cento delle forniture rispetto all’anno fiscale precedente. Per il 2012, l’azienda si attende un volume di forniture compreso tra 2,4 e 2,5 gigawatt, con una crescita compresa tra il 49,6 e il 56 per cento rispetto al risultato del 2011, che è stato di 1,6 gigawatt.
L’azienda ha annunciato, inoltre, di voler aumentare la capacità di produzione dei suoi quatto stabilimenti cinesi di ulteriori 750 megawatt. Leggi il comunicato

Fonte: Yingli Green Energy Holding Co. Ltd