lunedì 1 ottobre 2012

CATENA UMANA ATTORNO AL PARLAMENTO







Buongiorno, ci presentiamo in due parole. Ci identifichiamo con lo spirito rivoluzionario della “non pagina” Fb Catena Umana Attorno al Parlamento Italiano, presente da diverso tempo nel web e da noi fondata. Siamo cittadini italiani, padri e madri, figli e nipoti che da diversi mesi condividiamo, non solo a livello virtuale, certi ideali e abbiamo già proposto nel passato alcuni eventi che ci hanno portato in tante piazze italiane, a Roma e per ultimo a Vicenza...


La Catena Umana è un simbolo così come lo è il Parlamento o la Base della Eurogendfor, dove protesteremo, come tappa intermedia prima di giungere a Roma, contro la Polizia Europea e anche se la politica, non solo nazionale, non vuole che se ne parli, tramite un censura senza precedenti, noi non solo ne parliamo, ma stiamo giusto andando di persona a gridare tutto il nostro dissenso verso questa Polizia dai poteri illimitati che presto vedremo attivi sul nostro suolo italiano. Noi non la vogliamo: fuori dall'Italia!
Il vostro compito adesso è quello di divulgare il più possibile l'evento più importante mai organizzato in Italia dai tempi della Resistenza: contro la censura di regime, contro tutti i poteri forti, contro tanti partiti, partitini o movimenti pronti a prendere il posto di questi farabutti! Non si andrà al voto, non serve, serve ARRESTARLI tutti!

Uscite dal virtuale, venite qui a Roma con noi e per coloro che non possono scendete nelle vostre strade e piazze e fate sapere a tutti il Popolo Italiano ha deciso di riprendersi la propria dignità!

Noi siamo qui davanti al Parlamento e nessuno può sapere quanto ci rimarremo ma una cosa è certa: ce ne andremo solo e quando il Governo e le più alte cariche dello Stato si saranno dimessi insieme al Capo dello Stato e a tutti i parlamentari, nessuno escluso, arrestati e portati nelle patrie galere. Coraggio, facciamo il miracolo e quando il popolo si muove assume una forza incredibile e nessuno alzerà un dito contro nessuno e alla fine anche le forze di Polizia si renderanno conto che è inutile la repressione e verranno dalla nostra parte!

SIATE BUSSOLE PER I VOSTRI FRATELLI E SORELLE: IL POPOLO UNITO E' INVINCIBILE!

Messaggio per i possibili infiltrati e\o facinorosi
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=282483885191289&set=a.198436873595991.34414.196486440457701&type=1&theater

Risposta sul "dopo assedio"
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=279817992124545&set=a.198436873595991.34414.196486440457701&type=1&theater

Ispirazione da V di Vendetta:
http://www.youtube.com/watch?v=Q_Hc5SJypyA

Discorso sulla Rivoluzione:
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=273582339414777&set=a.198436873595991.34414.196486440457701&type=3&theater

Volantino Ufficiale:
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=279196485520029&set=a.198436873595991.34414.196486440457701&type=1&theater

"Grida nel deserto" dalla piazza dell'Arena di Verona 13/09/2012
http://www.youtube.com/watch?v=n6Cy4IbdXtc&feature=player_embedded


 6/03/12 ( nascita della pagina ) http://www.youtube.com/watch?v=n9rAmEORh5I&feature=youtube_gdata_player

11/03/12 ( intervista ad uno dei fondatori )
http://www.youtube.com/watch?v=f52CcDAs4OI&feature=youtube_gdata_player

12/04/12 ( video arresto ) http://www.youtube.com/watch?v=gT9UsGHjryE&feature=related

12/04/12 ( audio intercettato dopo arresto ) http://www.youtube.com/watch?v=d6V3AdhzZHE&feature=relmfu

11/07/12 ( video ufficiale ) http://www.youtube.com/watch?v=E7-JHmEH0DI

11/07/12 ( servizio di una giornalista )
http://www.youtube.com/watch?v=EwvKsfVBEr8

15/09/12 (video integrale Vicenza)
http://www.youtube.com/watch?v=0j0BRQIA9lg&feature=player_embedded

15/09/12 (contro la Eurogendfor) http://www.youtube.com/watch?v=J0gqJGZqthg&feature=player_embedded

29/09/12 ( prime foto )
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.4593070595899.176057.1566199397&type=1

29/09/12 ( primo video )
http://www.youtube.com/watch?v=bZH2b0Mu3G8&feature=youtube_gdata_player

29/09/12 ( appello dal Parlamento di tanti 'piccoli fiori')
http://www.youtube.com/watch?v=R3-f8sUOb9s&feature=youtube_gdata_player

Riportiamo il Trattato di Velsen tradotto in italiano (Trattato di Costituzione della Gendarmeria Europea, per ora 6 paesi coinvolti), così ognuno di voi può rendersi conto di persona di cosa stiamo parlando:
http://files.meetup.com/699381/trattato_velsen.pdf

Riportiamo qui anche una spiegazione semplice su cosa sia il MES e che cosa comporti per noi ormai farne parte come Stato:
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=243840479055630&set=a.198436873595991.34414.196486440457701&type=3&theater



mercoledì 19 settembre 2012

Mafia, racket a imprenditori: 16 arresti a Brindisi



Mafia, racket a imprenditori: 16 arresti a Brindisi

Estorsioni, furti e rapine agli industriali del fotovoltaico e dell'eolico. Così avrebbe fatto affari il clan Buccarella della Sacra corona unita. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state chieste dalla dda di Lecce

 I carabinieri del Comando provinciale di Brindisi hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, a carico di 16 persone ritenute affiliate o fiancheggiatori del clan "Buccarella" della Sacra Corona Unita che opera anche nella provincia di Lecce. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione, danneggiamento e furto, reati aggravati dal metodo mafioso.

L'operazione, chiamata 'Helios', trae origine da indagini, compiute nel Brindisino, che avrebbero accertato l'esistenza di una presunta associazione di stampo mafioso e impegnata principalmente nel racket nei confronti di almeno sette imprenditori che stavano realizzando nell'area salentina impianti per l'energia solare o eolica.


 

VIDEO

lunedì 30 aprile 2012

Le verità sulle incidenze del fotovoltaico “assimilate” sulle bollette elettriche

Dispiace vedere che professionisti propaghino con colpevole leggerezza e vogliamo sperare senza malafede, notizie scorrette che mettono a repentaglio il lavoro ed il futuro di decine di migliaia di persone. Ci riferiamo alla notizia degli aumenti in bolletta ENEL che tutti i media stanno propagando corredata di motivazioni e numeri assolutamente sbagliati. Questo modo di fare informazione denota come minimo una scarsissima professionalità e mancanza di cultura specifica, ma soprattutto lascia presagire che i produttori di energia inquinante stiano facendo una fortissima ed a quanto pare efficace campagna di pressione e disinformazione. Per sgombrare il campo da qualsiasi dubbio di faziosità analizziamo i dati forniti da AEEG (Autorità per Energia Elettrica e Gas) che peraltro non brilla per imparzialità ed anche questo aspetto, trattandosi di una Autorità Garante, non è proprio degno di un Paese che si ostina a volersi definire democratico e civile. A questo link http://www.autorita.energia.it/allegati/consumatori/bolletta_trasparente.pdf chiunque può scaricare un documento, redatto da AEEG che spiega quali sono le componenti del costo in bolletta.
In questo documento, che invitiamo a leggere con attenzione, assumono particolare evidenza alcuni elementi che elenco di seguito:
1. Per una famiglia media il costo di energia elettrica è di circa 517 Euro/anno;
2. Di questo costo solo il 57% è energia, tutti gli altri sono oneri di decine di tipi diversi che vanno dal supporto alle Ferrovie, allo smantellamento delle misere centrali nucleari Italiane per il cui smaltimento stiamo però pagando da oltre 20 anni, al sostegno per inceneritori e smaltimento di scorie della lavorazione petrolifera (un regalino quest’ultimo che ha trasformato un costo industriale dei petrolieri in un business che ha reso loro finora oltre 35 miliardi pagati dai cittadini in bolletta);
3. Imposte su tutti gli importi, quindi tasse sugli oneri, cioè la tassazione di una tassa!! Di queste cifre 5,58 Euro/mese dipendono dalle rinnovabili. Capito bene? 5,5 Euro al mese!! Ha senso fare tutta questa cagnara per 5,5 Euro al mese? Questo è ovviamente l’aspetto negativo;
Le rinnovabili però hanno anche numerosi aspetti positivi che elenco brevemente:
1. Hanno creato in questi anni di recessione generale, oltre 150.000 posti di lavoro in controtendenza con ogni altro settore (e non è che non esistano altri settori pesantemente incentivati che però producono solo disoccupazione), posti di lavoro soprattutto giovanili e soprattutto al SUD;
2. Producono nelle ore centrali del giorno una enorme quantità di energia che ha fatto diminuire il costo dell’energia nelle ore di picco dei consumi;
3. Producono un enorme beneficio ambientale che significa, maggior benessere, minore quantità di patologie e quindi minori costi di sanità a carico della collettività;
4. Producono entrate fiscali importanti per lo stato in termini di IVA, contributi, IRES, IRAP, concessioni, permessi, bolli, contrattualistica;
5. Rendono il costo dell’energia sempre meno dipendente dal costo del petrolio, gas, uranio, carbone ecc.
TUTTI QUESTI BENEFICI NON VALGONO 5,5 EURO AL MESE A FAMIGLIA?
Davvero dobbiamo credere che i cittadini Italiani correttamente informati, sarebbero contrari a spendere 5,5 Euro al mese a famiglia, per dare lavoro e lasciare un ambiente migliore ai propri figli?
E allora perché si continua a dare una informazione distorta e parziale?
Suggeriamo noi una risposta che si può trovare anche in un altro documento ufficiale dell’AEEG il seguente:
RELAZIONE DELL’AUTORITÀ PER L’ENERGIA ELETTRICA E IL GAS SULLO STATO DEI MERCATI DELLʹENERGIA ELETTRICA E DEL GAS NATURALE E SULLO STATO DI UTILIZZO ED INTEGRAZIONE DEGLI IMPIANTI ALIMENTATI DA FONTI RINNOVABILI
Siate gentili e leggete anche questo che dice testualmente:
“I prezzi e i profili di offerta tipici degli impianti eolici e fotovoltaici hanno l’effetto di comprimere i prezzi di equilibrio su MGP (Mercato del Giorno Prima) in molte ore, riducendo significativamente il numero di ore in cui gli impianti termoelettrici hanno l’opportunità di coprire, oltre ai loro costi variabili, almeno parte dei loro costi fissi.” Cosa significa al di fuori del gergo tecnico? Significa che il fotovoltaico e l’eolico abbassano troppo i prezzi dell’energia e quindi coloro che producono energia inquinante non guadagnano più abbastanza. Cioè ENEL ed ENI non riescono più a guadagnare soldi perché le rinnovabili abbassano troppo il costo dell’energia quindi occorre screditare e distruggere le rinnovabili. Le fonti rinnovabili, nel 2011, hanno consentito un risparmio sul prezzo dell’elettricità all’ingrosso pari a 396 milioni di euro. A sostenerlo è l’Irex Annual Report 2012 dell’Istituto Althesys, che sarà presentato a Milano nelle prossime ore. L’analisi si basa sulla comparazione costi-benefici in una proiezione che somma gli effetti dal 2008 al 2030.
Tra i vantaggi economici spiccano quelli generati dall’abbattimento delle emissioni: l’anidride carbonica ha un preciso valore di mercato e la riduzione degli altri inquinanti comporta benefici in termini di mancato aggravio per i costi sanitari e le ore di lavoro perse. Altro punto a favore è la diminuzione del rischio: il prezzo dell’energia solare, eolica e geotermica resta fisso. Inoltre le rinnovabili, essendo “labour intensive”, consentono di ottenere ricavi diretti con un rapporto 1 a 3 tra quelli legati al valore degli impianti e dei servizi e quelli determinati dalle retribuzioni. Per quanto riguarda i costi, i dati del Report indicano che gli incentivi che servono a coprire il differenziale tra il prezzo dell’energia convenzionale e quello delle rinnovabili presentano uno scarto. La tendenza è a scendere man mano che aumenta la competitività delle varie fonti (ad esempio per il solare è previsto l’azzeramento degli incentivi tra quattro anni). Il secondo dato mostra come l’energia elettrica, nel nascente sistema decentrato, presenta tassi di spreco che verranno eliminati entro il 2020.Sommando costi e benefici si ricava un saldo positivo che vale, al 2030, tra i 21,8 e i 37,7 miliardi di euro.
“I dati indicano con chiarezza un effetto positivo sul sistema Paese in tutti gli scenari tracciati”, avverte Alessandro Marangoni, l’economista che guida Althesys. http://www.althesys.com/sviluppo-di-conoscenze/osservatori-e-centri-di-ricerca/irex-monitor/annual-report.
“I divulgatori delle notizie false” sono consapevoli di essere complici di questa vergognosa operazione ?
Se sono consapevoli si vergognino ricevendo in cambio tutto il nostro disprezzo come uomini prima ancora che come professionisti.
Se non ne sono consapevoli si documentino, ci invitino ad una intervista, chiedano informazioni, approfondimenti e chiarimenti, ma facciano un’informazione onesta. Non saremo certo noi a dirvi che le rinnovabili sono la soluzione di tutti i problemi energetici; l’unica soluzione è probabilmente un mix di energie nel quale ogni sorgente lavori al meglio delle prestazioni, ma non possiamo permettere che scelte strategiche importanti per il futuro della nostra nazione vengano fatte da pochi speculatori, orientati solo a tutelare i loro interessi e del tutto indifferenti al bene della collettività.

fonte:  http://www.videoandria.com/2012/04/29/le-verita-sulle-incidenze-del-fotovoltaico-assimilate-sulle-bollette-elettriche/

domenica 29 aprile 2012

Sei in: Il Fatto Quotidiano > Ambiente & Veleni > “Il carbo... “Il carbone dell’Enel fa un morto al giorno e costa due miliardi l’anno

Greenpeace Italia anticipa al Fatto Quotidiano il suo rapporto su Enel, basato sulle ricerche della fondazione olandese SOMO e della European Environmental Agency (EEA). Investimenti minimi nelle nuove rinnovabili, sostegno anacronistico al carbone e nucleare all’estero.

Un morto al giorno, 366 l’anno per la precisione. Sono quelli riconducibili all’inquinamento prodotto dalle centrali a carbone dell’Enel secondo la proiezione della Fondazione Somo per Greenpeace Italia. Applicando i parametri dell’Agenzia Europea per l’Ambiente alle emissioni in atmosfera delle centrali della compagnia ex pubblica emerge che “le morti premature associabili alla produzione di energia da fonti fossili di Enel per l’anno 2009 in Italia sono 460. I danni associati a queste stesse emissioni sono stimabili come prossimi ai 2,4 miliardi di euro. La produzione termoelettrica da carbone costituisce una percentuale preponderante di questi totali: a essa sono ascrivibili 366 morti premature (75%), per quell’anno, e danni per oltre 1,7 miliardi di euro (80%)”. Un responso implacabile che la Fondazione ha trasmesso all’Enel ricevendo, purtroppo, risposte molto elusive.
Greenpeace 
http://images.slidesharecdn.com/12staticagreen-120428124710-phpapp01/95/slide-1-728.jpg?1335635415Il mondo sta cambiando, la produzione di energia è sempre più diffusa e decentrata, ma l’Enel non vuole mollare: il suo vecchio mondo, quello delle grandi centrali a gas, carbone, uranio, olio combustibile deve essere preservato. “Enel è entrata a gamba tesa sul tema dell’incentivazione alle rinnovabili – ha dichiarato a Repubblica.it il senatore del PD Francesco Ferrante – . Le cose sono due: o si tratta di disinformazione o di una sorta di confessione di chi guarda al passato e ha paura del futuro”.
Per Greenpeace Italia non ci sono dubbi: Enel ha paura delle rinnovabili perché è ancorata al passato o si affida a tecnologie di dubbia efficacia. “Se si eccettua l’idroelettrico, che in Italia è semplicemente un’eredità di investimenti passati e in altre regioni, come in America Latina, è collegato a progetti potenzialmente ad alto impatto ambientale, gli investimenti di Enel nelle rinnovabili sono minimi, specialmente in Italia ed Europa, dove la riduzione delle emissioni di Co2 è affidata al nucleare o a improbabili tecnologie come la cattura e sequestro del carbonio (Carbon Capture Storage o CCS)”, ha dichiarato Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia.
Nel suo rapporto, che ilfattoquotidiano.it ha ottenuto in anteprima, Greenpeace non si limita a puntare il dito, come ha già fatto più volte in passato, sul mix energetico “anacronistico” di Enel, ma analizza per la prima volta i costi esterni delle centrali Enel a carbone e petrolio. “Si tratta dei costi per l’ambiente, l’agricoltura e la salute dei cittadini. Sono voci di costo che non compaiono nei bilanci, perché la società non li paga. A pagare è però l’ecosistema nel suo complesso”.
Greenpeace fa riferimento a un rapporto della fondazione olandese SOMO, che uscirà nei prossimi mesi, e allo studio della EEA (European Environmental Agency), l’agenzia per l’ambiente dell’Unione Europea, uscito nel novembre del 2011. Lo studio dell’EEA individua i 20 impianti di produzione di energia più inquinanti in Europa. In Italia il primato spetta alla centrale a carbone Federico II di Brindisi, gestita dall’Enel, i cui costi esterni (calcolati dall’EEA) ammontavano a 707 milioni di euro nel 2009: una cifra che supera i profitti che Enel ottiene dalla centrale. “E’ un gioco pericoloso, che non vale la candela”, continua Onufrio. “I profitti sono ottenuti con un prezzo altissimo per l’ambiente e la salute”. Greenpeace Italia ha esteso la metodologia utilizzata dallo studio dell’EEA a tutte le centrali a carbone gestite da Enel in Italia ed è arrivata a conclusioni preoccupanti: “I costi esterni delle centrali a carbone sono di 1,7 miliardi di euro – oltre il 40% dell’utile che Enel ha ottenuto a livello consolidato, in tutto il mondo, nel 2011”, si legge nel rapporto. “Se alle attuali centrali si dovessero aggiungere quelle di Porto Tolle e Rossano Calabro – che potrebbero presto essere convertite da olio a carbone – i costi esterni potrebbero toccare la quota di 2,5 miliardi di euro all’anno, suddivisi in costi per la salute, danni alle colture agricole, costi da inquinamento dell’aria e da emissioni di Co2”.
Al termine del rapporto, Greenpeace chiede ad Enel di effettuare al più presto una valutazione dei costi esterni delle centrali a combustibili fossili, riportando i risultati all’interno del bilancio di sostenibilità. Tra i quesiti rivolti ad Enel non mancano i riferimenti al progetto per la centrale a carbone di Galati, in Romania, “in un’area già colpita da decenni di inquinamento dell’industria pesante rumena” e alla centrale Reftinskaya GRES, nella regione di Ekaterinburg, in Russia, che sarebbe stata accusata di “violazioni di norme ambientali” da parte delle autorità locali. Altre domande riguardano i reattori nucleari Cernavoda 3 e 4, che Enel gestisce in Slovacchia e il progetto Baltic NPP a Kaliningrad, in Russia, per la costruzione di un nuovo reattore nucleare.
Alcune delle domande di Greenpeace sono state inoltrate alla società dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica (Banca Etica) azionista “critico” di Enel dal 2007. Enel sarà tenuta a rispondere entro il giorno dell’assemblea, prevista per lunedì 30 aprile. Tra gli azionisti saranno presenti, oltre alla Fondazione di Banca Etica, anche il vescovo guatemalteco Alvaro Ramazzini – delegato dai Missionari Oblati – e l’attivista colombiano Miller Armin Dussan Calderon, professore dell’Università Surcolombiana e presidente di Assoquimbo, associazione dei comitati locali colombiani che presidiano il territorio contro la costruzione della diga Enel di Quimbo in Colombia. Ramazzini e Calderon porteranno in assemblea la voce delle popolazioni del sud del mondo impattate dai progetti idroelettrici della compagnia italiana. L’assemblea potrà essere seguita online sul sito del Fatto Quotidiano e su Twitter (#nonconimieisoldi e #azionisticritici).
 di Marco Atella e Andrea Di Stefano

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/29/centrali-carbone-dellenal/212586/

martedì 24 aprile 2012

Le Iene - GOLIA: Energie rinnovabili - Video Mediaset

Le Iene - GOLIA : energie rinnovabili-video mediaset

Quinto Conto Energia: oggi la bozza dei decreti alle Regioni

decretorinnovabili quintoconto
Quinto cono energia e rinnovabili elettriche. Saranno presentati oggi alle Regioni gli schemi de decreti. E non si attendono molti pareri favorevoli. Da adesso anche le Regioni potranno presentare le loro modifiche sulla bozza.
E il prossimo step sarà la Conferenza Unificata prevista per il 10 maggio prossimo. Questa mattina intanto le associazioni riunite negli “Stati Generali delle rinnovabili e dell'efficienza energetica” hanno fornito alle Regioni e ai Ministeri competenti il documento dove vengono illustrati i punti critici dei due decreti.

Le associazioni, dopo la chiusura totale da parte del governo ad eventuali modifiche che tenessero conto del loro punto di vista, hanno pensato di rivolgersi ai rappresentanti delle Regioni a quali oggi i Ministeri presenteranno i testi dei decreti.
Le Regioni, dunque, potranno dire l'ultima parola sul Quinto conto energia, anche se non si prospetta di certo la pace sul tema.Siamo state mere spettatrici. Abbiamo letto i decreti sulla stampa e sui siti internet, come tutti”, ha detto a Qualenergia Annarita Bramerini, Assessore all’Ambiente della Regione Toscana. Anche l'assessore regionale alle Attività produttive dell'Emilia Romagna, Gian Carlo Muzzarelli, c'è andato giù duro sottolineando il fatto che questi decreti, senza ulteriori modifiche potrebbero avere ricadute negative sull’industria locale: “Cercheremo di smontare i decreti per le parti che non vanno”, ha detto Muzzarelli, che ha puntato il dito contro il mancato rinnovo dei bonus per la sostituzione delle coperture in amianto.
Alessandro Cremonesi, Presidente del Comitato IFI, qualche giorno fa aveva auspicato nuove modifiche al testo del decreto, che potrebbe, a suo dire, ridurre i posti di lavoro connessi al settore: "Ci auguriamo vivamente che dall'incontro di oggi il Governo mostri apertura e disponibilità a rivedere alcune parti del testo del decreto V Conto Energia elaborato; senza una profonda riconsiderazione e ascolto delle posizioni delle associazioni di settore, il Governo metterebbe una seria ipoteca sulla continuità aziendale di decine di miglia di imprese".
Le modifiche, tutti le vogliono. Ma ci saranno davvero?

Fonte: http://www.greenme.it/informarsi/green-economy/7482-quinto-conto-energia-regioni

domenica 22 aprile 2012

Chi boicotta le rinnovabili?

di Greenpeace –
Gli incentivi alle energie pulite costano a una famiglia tipo circa 10 centesimi di euro al giorno e, di tutti i costi in bolletta, sono l’unica spesa che garantisce sviluppo, occupazione e tutela dell’ambiente. Il governo, però, ha deciso di tagliarli.
Le rinnovabili oggi costituiscono più dell’1% del Prodotto Interno Lordo nazionale e occupano circa 130 mila persone. Far fuori questo settore vorrebbe dire mettere un segno “meno” davanti ai numeri dell’andamento della nostra economia. Farebbe risalire i costi dell’elettricità nelle ore di picco diurno e aggraverebbe la dipendenza energetica del Paese dall’estero. Ma allora perché procedere in direzione sbagliata contro il benessere di tutti e la possibilità di ripresa del Paese?
Dietro questa strategia apparentemente insensata c’è lo scontro tra due scenari futuri possibili: uno fatto di energia pulita e sviluppo sostenibile; l’altro di fonti fossili, distruzione del clima e potere nelle mani di poche grandi multinazionali. Quest’ultimo scenario è il futuro secondo Enel. L’azienda, per il 30% dello Stato, che fa profitti commettendo reati contro ambiente e salute. E che scarica su noi tutti i costi delle sue scelte disastrose, prima fra tutte quella delle sue centrali a carbone.
Le energie pulite sono l’unico settore in Italia che ha resistito, in questi anni, alla crisi economica. Per questo Enel le teme ed è il primo “suggeritore” di questa manovra sbagliata. Per non far prevalere il profitto sporco del carbone dobbiamo fare luce su Enel.
Entra nella nostra squadra e continua a diffondere tutta la verità su Enel.
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/20/boicotta-rinnovabili/205927/


- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

mercoledì 4 aprile 2012

Salviamo il futuro delle rinnovabili

Il 18 Aprile in piazza per le energie pulite

Ore 11:00

Piazza Montecitorio, Roma

 

 

Le fonti pulite stanno cambiando il sistema energetico italiano con vantaggi che diventano sempre più evidenti in termini di produzione (che ha raggiunto il 26,6% rispetto ai consumi elettrici), di riduzione delle spese legate al protocollo di Kyoto, di creazione di oltre 100mila nuovi posti di lavoro, ma anche economici complessivi per il Paese e oggi anche di riduzione del costo dell’elettricità nel mercato elettrico all’ora di picco grazie al solare.
Poiché però questa situazione sta mettendo in crisi i grandi gruppi energetici e gli impianti di produzione di energia elettrica da carbone, petrolio e gas si assiste ad una reazione rabbiosa di questi potentati dell’energia che hanno scatenato una campagna mediatica che sta mettendo in luce solo i rischi e gli impatti in bolletta di questa crescita e non gli enormi vantaggi per il Paese, i cittadini e le aziende da una prospettiva di investimento in un modello energetico pulito, efficiente, distribuito.
Questo governo, evidentemente sensibile a queste lusinghe, ora parla di tagli radicali degli incentivi per il fotovoltaico con un, nuovo, quinto conto energia e di limiti e tagli per tutte le altre fonti. Non accetteremo in silenzio che questo sopruso venga compiuto e chiediamo a tutti gli addetti, A TUTTI GLI ADDETTI, di venire a Roma il 18 Aprile a protestare contro questo abominio.

Scarica e leggi il comunicato

 

domenica 4 marzo 2012

Fatturato in calo per Solarworld



Diminuiscono entrate e forniture per Solarworld nel 2011


In base ai

In base ai risultati preliminari dell’anno fiscale 2011, il produttore tedesco di moduli fotovoltaici Solarworld AG si attende entrare per un valore di 1,066 miliardi di euro, con una perdita rispetto al risultato di 1,322 miliardi di euro del 2010. L’azienda attribuisce la riduzione delle entrate alla sovrapproduzione di prodotti solari sul mercato globale e alla discesa dei prezzi dei moduli. L’azienda, sempre secondo i risultati preliminari, ha registrato un EBIT negativo di 233 milioni di euro, mentre nel 2010 l’EBIT era stato positivo per 193 milioni di euro. Le forniture di wafer e moduli hanno raggiunto 794 megawatt nel 2011, mentre l’anno precedente erano state di 819 megawatt; al seguente link il comunicato
risultati preliminari dell’anno fiscale 2011, il produttore tedesco di moduli fotovoltaici Solarworld AG si attende entrare per un valore di 1,066 miliardi di euro, con una perdita rispetto al risultato di 1,322 miliardi di euro del 2010. L’azienda attribuisce la riduzione delle entrate alla sovrapproduzione di prodotti solari sul mercato globale e alla discesa dei prezzi dei moduli. L’azienda, sempre secondo i risultati preliminari, ha registrato un EBIT negativo di 233 milioni di euro, mentre nel 2010 l’EBIT era stato positivo per 193 milioni di euro. Le forniture di wafer e moduli hanno raggiunto 794 megawatt nel 2011, mentre l’anno precedente erano state di 819 megawat

I prezzi dei moduli restano volatili


L’Indice dei prezzi PHOTON ha registrato fluttuazioni al rialzo e al ribasso per i prezzi dei moduli durante la scorsa settimana.
Dopo un leggero decremento registrato nella settimana anteriore, i prezzi dei moduli monocristallini sono cresciuti di nuovo di quasi il 9 per cento.
I prezzi per i moduli policristallini sono aumentati di più del 14 per cento.
Rispetto al mercato dei moduli quello degli inverter resta decisamente piú calmo, con prezzi pressoché invariati rispetto alla settimana precedente.
L’indice dei prezzi è stabilito periodicamente dalla redazione di PHOTON sulla base delle offerte degli operatori di mercato sul mercato spot tedesco.
La tabella completa con tutte le tendenze relative anche ad altre tecnologie e aree geografiche è pubblicata regolarmente nell’edizione di PHOTON; scaricate la tabella al seguente link

Fonte: Photon

Avviata procedura di insolvenza per Solar Millennium

Il produttore spagnolo di moduli fotovoltaici Solaria Energía y Medio Ambiente SA ha registrato una perdita netta di 24 milioni di euro nell’anno fiscale 2011, mentre nel 2010 l’azienda aveva fatto registrare un risultato netto positivo di 6,5 milioni di euro.


Le vendite ammontano a 121 milioni di euro, con una perdita del 25 per cento rispetto al risultato di 161 milioni di euro del
Il tribunale tedesco di Fürth ha avviato la procedura di insolvenza per l'azienda Solar Millennium AG.
Il tribunale ha nominato Volker Böhm curatore fallimentare della società.
Secondo il comunicato stampa emesso da Solar Millennium, continua la ricerca di possibili investitori ed esiste la possibilità concreta che vengano acquisiti alcuni progetti spagnoli e la filiale Flagsol GmbH.
Per quanto riguarda la possibilità che la società possa essere acquisita nel suo complesso, l'azienda ha comunicato che le prospettive restano molto incerte. Leggi comunicato.
Fonte:  PHOTON
2010.
Secondo quanto comunicato da Solaria, le vendite di moduli sono calate del 53 per cento rispetto al 2011 a causa della forte discesa dei prezzi e alle modifiche introdotte nelle legislazioni sul fotovoltaico in Germania e Spagna.

Fonte: Photon

Q-Cells dilaziona il debito




Q-Cells ottiene due mesi di tempo dai creditori
Il produttore tedesco di celle solari Q-Cells SE ha annunciato che i detentori di obbligazioni dell’azienda hanno concesso la proroga per la data di maturità delle obbligazioni al 30 aprile 2012.
La data di maturità precedentemente prevista dall’emissione di obbligazioni era il 28 febbraio 2012.
L’azienda è attualmente in una difficile situazione finanziaria, con debiti per circa 800 milioni di euro. Leggi comunicato

Fonte Q-cell

GSE, IV conto energia e la tempesta normativa 2011



GSE, IV conto energia e la tempesta normativa 2011



Il Gestore Servizi Energetici (GSE), così come molti addetti ai lavori, è certo che il 2011, anno della tempesta perfetta dei diversi 'conto energia' che si sovrappongono, del decreto “Salva Alcoa”, delle decine di interpretazioni dei decreti ministeriali, delle 190mila domande di incentivi, non potrà più ripetersi per molti motivi. Facciamocene una ragione, il mercato fotovoltaico italiano non è da 9,2 GW (potenza entrata in esercizio nel 2011), almeno non ora. In effetti se si ragiona in termini di impianti realizzati e non di impianti in esercizio, lo scorso anno è stato più o meno sulla stessa linea del 2010, forse anche leggermente inferiore.
Come ha detto l’ing. Francesco Trezza responsabile dell’Unità Conto Energia del GSE, nel corso del workshop organizzato alla Conferenza dell’Industria Solare (CIS-IT), svoltasi a Roma il 23 e 24 febbraio, il mercato nazionale è più propriamente da 5-6 GW/anno. "Come si può pensare che quello italiano possa essere un terzo di tutto il mercato FV planetario? E’ qualcosa che oggi spaventa e non può essere un fatto positivo”, ha affermato Trezza.
Sottoposto a dure critiche, soprattutto nell’ultimo semestre, il servizio del GSE per forza di cose dovrà nel 2012, almeno tra marzo ed aprile, ritornare su livelli qualitativi pre-2011. I dati che provengono dall’ente dicono che nel 2011 la capacità di gestione delle pratiche era di un terzo rispetto alle domande presentate, con conseguenti lunghi tempi di risposta. Oggi, invece, la situazione si è completamente ribaltata: “questa situazione non è ancora riscontrabile da parte degli operatori perché stiamo in effetti utilizzando la nostra maggiore capacità per smaltire il più velocemente possibile le grosse giacenze che si erano accumulate”. “Oggi siamo in grado di produrre tra le 35mila e le 40mila comunicazioni al mese – ha spiegato il rappresentante del GSE -. Quindi attualmente possiamo, tra chiusure di procedimenti e avvii agli incentivi, lavorare intorno ai 20mila progetti al mese. E non credo che esista al mondo una sola organizzazione in grado di gestire questa mole di progetti e con un tale complessità”.  La speranza per le prossime settimane è dunque di vedere rispondere il GSE nei tempi corretti di 60 giorni.
Il quarto conto energia è nato con l’idea di semplificare il meccanismo, ma questo purtroppo non è accaduto. “Dalle intenzioni alle decisioni poi passa tutto un mondo di situazioni che portano ad altri risultati. E da un certo punto di vista il quarto conto energia è stato ancora più complesso da gestire”, ha sottolineato Trezza. Diverse le criticità, ancora non risolte. Nel corso del workshop ne sono emerse solo alcune.
Un esempio è il premio del 10% per i prodotti europei. Si è visto come in corso d’opera questo incentivo aggiuntivo sia stato esteso anche a componenti e prodotti extra UE, anche assemblati in tali contesti, purché si riuscisse a dimostrare la provenienza dall’Europa di alcuni componenti e materiali. “La gestione di questo premio è di una complessità assoluta, totale”, dice Francesco Trezza.  “Il GSE si trovava di fronte a due scelte: o arrenderci e quindi darlo a tutti quelli che lo richiedevano oppure cercare di fare una distinzione seria. Quest’ultima soluzione ci è sembrata più opportuna. Poi però ci siamo resi conto che procedendo in quel modo avremmo allungato ancora in maniera esagerata i tempi di accettazione delle domande, perché nella quasi totalità dei casi in cui c’era stata la richiesta del premio la documentazione consegnataci non rispondeva ai requisiti che avevamo stabilito nelle regole applicative”.
Sarebbe iniziato così il lungo processo di richiesta di integrazione documentale, di fatto insostenibile economicamente per tutti, soprattutto per i soggetti responsabili. Il GSE ha spiegato che per questo motivo si è scelto di non valutare specificatamente il riconoscimento del premio. “In questa fase infatti riconosciamo il premio del 10% a tutti quelli che ce lo richiedono; però ci riserviamo in un prossimo futuro, allorché avremo smaltito tutte le nostre giacenze, di prendere in mano tutta la documentazione ed eventualmente procedere nell’iter normale di richiesta di documenti integrativi”, ha detto Trezza nel corso del workshop.
Altro tema di difficile gestione è anche quello relativo alla realizzazione degli impianti a terra in caso di terreni agricoli dismessi. L’attestazione dovrebbe provenire dalle Regioni in base ad una legge pubblicata diversi anni fa (che aveva un obiettivo esattamente contrario a quello concernente il quarto conto energia, cioè di indurre i proprietari a non abbandonare i terreni). Poiché le Regioni non hanno mai attuato quella legge, non possono attestare il cosiddetto abbandono dell’area agricola. “Noi come GSE – dice Trezza - non possiamo autonomamente derogare a qualcosa che è esplicitamente richiesto da un decreto e quindi non possiamo accettare autodichiarazioni da parte dello soggetto responsabile”.
C’è poi il problema dei Comuni che non rilasciano il documento che attesta l’idoneità del titolo autorizzativo  (in caso di edilizia libera) al momento della richiesta. Molti Comuni si rifiutano di produrre tale documento e non ne hanno la possibilità. “Anche qui, visto che noi dobbiamo solo applicare delle regole dettate, in questo caso, da un decreto ministeriale, non possiamo prescindere da una richiesta di documentazione prevista, appunto, dal Governo”.
Altra questione annosa è quella dell’integrazione architettonica innovativa e dellalista o catalogo dei prodotti idonei a questa tipologia di impianto, appositamente incentivata. Il GSE rassicura, affermando che su questa lista, tanto attesa, si è ormai in dirittura d’arrivo (comunque sarà pubblicata non prima di aprile, ndr).
Ma perché non è stata fatto prima? “Non potevano presentare una lista di pochissimi prodotti o soluzioni industrializzate alle quali sarebbe stato riconosciuto il ‘Titolo III’. Avremmo provocato una turbativa del mercato, creato un polverone e tante polemiche. In realtà le soluzioni possibili erano potenzialmente tante. Abbiamo allora aspettato di avere un campione rappresentativo delle diverse soluzioni tecniche e che a breve termine pubblicheremo sul nostro sito. Stiamo infatti per far partire le lettere ai proprietari degli impianti per la richiesta del consenso alle immagini, proprio ai fini della pubblicazione”.
Il GSE si dice disponibile, dopo questo tumultuoso periodo, a tornare alle buone pratiche di due anni fa, come quella di organizzare Focus Group su temi specifici e di dialogare con le Associazioni, cose per le quali in questo anno e mezzo è mancato il tempo.
Abbiamo illustrato la posizione del GSE, ma sappiamo che per gli operatori sono ancora moltissime le questioni aperte. Non esiteremo a parlarne, sempre nella speranza che si riapre un flusso di comunicazioni costruttivo per tutti.

Fonte: qualeenergia.it

Contatti Iscrizione newsletteEliminata la parte retroattiva del provvedimento sul fotovoltaico in agricoltura



Fotovoltaico su terreni agricoli: retroattività sventata


Cancellati dal maxiemendamento gli elementi di retroattività del famigerato articolo 65 del decreto liberalizzazioni sul fotovoltaico su terreni agricoli, ma anche l'equiparazione delle serre FV agli impianti su tetto. Intanto spunta un salvacondotto per gli impianti a terra in terreni del demanio militare, un bel regalo alla neonata Difesa s.p.a.
Passato lo spavento, diversi operatori del fotovoltaico potranno tirare un sospiro di solievo: sembrano essere stati cancellati glielementi di retroattività del famigerato articolo 65 del decreto liberalizzazioni, che andavano a colpire diversi investimenti già fatti su impianti fotovoltaici su terreni agricoli. Sparisce invece il comma che equiparava le serre fotovoltaiche agli impianti su edificio. E spunta un salvacondotto per gli impianti a terra in terreni del demanio militare, leggasi quelli che dovrebbe realizzare la neonata Difesa s.p.a., avvantaggiata non poco rispetto agli altri operatori.
E' quanto emerge dal testo del maxiemendamento al decreto liberalizzazioniapprovato dalla Commissione Industria del Senato, che dovrebbe essere votato con la fiducia già oggi (giovedì 1 marzo)  e dunque molto difficilmente subirà modifiche. (Aggiornamento 1 marzo: Il maxiemendamento è stato depositato senza modifiche per quel che riguarda l'art.65, si sta votando la fiducia e il  risultato finale è previsto intorno alle 17,15).
La magia contro la retroattività dell'art.65 la fa quella frase dell'emendamento (vedi allegato) secondo la quale “è fatto salvo il comma 6 dell'articolo 10 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, a condizione che l'impianto entri in esercizio entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”. L'effetto è quello di restituire agli impianti su terreni agricoli più grandi di un megawatto che occupino più del 10% del terreno agricolo il periodo di tempo utile per entrare in esercizio stabilito dal decreto Romani del 3 marzo 2011 e anche più tempo.
Per chi non avesse seguito la vicenda: il decreto Romani del marzo 2011 poneva per gli impianti a terra sui terreni agricoli (ai commi 4 e 5 dell'art.10) il limite di taglia di 1 MWp e del 10% di utilizzo del terreno, ma stabiliva anche, al comma 6 dello stesso articolo, che queste condizioni dovessero esser rispettate solo dagli impianti entranti in esercizio dopo il 28 marzo 2012. La versione pre-emendamento del art. 65 del decreto liberalizzazioni manteneva i commi 4 e 5 dell'art.10 del Romani ma abrogava il comma 6: di fatto cancellava la finestra concessa, impedendo l'accesso agli incentivi a tutti quegli impianti (che non abbiano le caratteristiche dei commi 4 e 5) che non fossero entrati in esercizio entro il 24 gennaio 2012.
Le conseguenze sono facili da immaginare (e le abbiamo raccontate qui): impianti già costruiti o in fase di realizzazione che contavano di entrare in esercizio entro il 28 marzo 2012 e che si vedevano invece di colpo cancellata ogni possibilità di accedere agli incentivi.
Ora, con l'emendamento approvato in Commissione, questa distorsione è cancellata e, una volta votata la fiducia al decreto, gli operatori potranno tirare un sospiro di sollievo: gli impianti in questione avranno 60 giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione dello stesso decreto per entrare in esercizio conservando il diritto agli incentivi e, dunque, vedono il periodo di tolleranza esteso anche oltre il limite originario del 28 marzo 2012 stabilito dal decreto Romani.
"Sono salvaguardati gli investimenti delle imprese che hanno investito sul fotovoltaico a terra nelle aree agricole, sulla base degli incentivi in vigore”, commenta a Qualenergia.it il senatore PD Francesco Ferrante.
Sparisce poi il comma che nella versione originaria parlava delle serre fotovoltaiche, equiparandole agli impianti su edificio e garantendo loro dunque semplificazioni autorizzative e incentivi più generosi: si sarebbe scatenata una vera e propria corsa alle serre, invece con il maxiemendamento il comma è cancellato e la disciplina resta quella stabilta dal decreto Romani.
C'è poi un'altra curiosa novità introdotta all'art.65 dall'emendamento: il comma 1, quello che stabilisce lo stop agli incentivi agli impianti su terreni agricoli, si legge, “non si applica agli impianti realizzati e da realizzare su terreni nella disponibilità del demanio militare”. Un evidente regalo al ministero della Difesa, che si accinge a realizzare diversi impianti fotovoltaici tramite Difesa S.p.a., il braccio energetico del ministero la cui nascita è stata resa possibile dalla legge 99 del 2009, la stessa che prevedeva il ritorno al nucleare.
Difesa S.p.a., dunque, a differenza di tutti gli altri operatori privati del fotovoltaico, potrà continuare a realizzare impianti su terreni agricoli, ricevendo gli incentivi presi dalle bollette di tutti i consumatori. Un vantaggio non da poco che si aggiunge a un altro che Difesa S.p.a. ha: la legge 99, all'art. 27, prevede infatti che il Ministero della Difesa “può usufruire dello scambio sul posto per impianti alimentati da fonti rinnovabili di qualsiasi potenza (quindi anche superiore a 200 kWp, ndr), senza tener conto dell’obbligo di coincidenza tra il punto di immissione dell’energia prodotta e il punto di prelievo dell’energia consumata”.
Fonte: Qualenergia.it

Le azioni di First Solar perdono il 10 per cento dopo l’annuncio dei risultati del 2011


Le azioni del produttore statunitense di moduli a film sottile First Solar Inc hanno fatto registrare una perdita del 10 per cento in seguito alla pubblicazione dei risultati finanziari dell’anno fiscale 2011, durante il quale l’azienda ha fatto registrare una perdita netta di 40 milioni di dollari, con una forte perdita rispetto al risultato netto positivo di 664 milioni di dollari registrato nel 2010.
La perdita netta del quarto trimestre 2011 è stata di 413 milioni di dollari, con un notevole decremento rispetto al risultato netto positivo di 156 milioni di dollari ottenuto nel quarto trimestre 2010. Le vendite nette sono cresciute dell’8 per cento rispetto al 2010 per un valore complessivo di 2,8 miliardi di dollari.
L’amministratore delegato di First Solar, Mike Ahearn, ha dichiarato che l’azienda ha subito l’impatto di una concorrenza molto aggressiva e le incertezze legate alle regolamentazioni sul fotovoltaico. Leggi il comunicato

Fonte: First Solar Inc