martedì 27 dicembre 2011

Arriva il pannello solare che produce caldo, freddo ed energia elettrica in piena autonomia, brevetto italiano


(Fotolia)(Fotolia)
L'idea a Francesco Negrisolo è nata proprio con la classica illuminazione improvvisa, quella dell'eureka di Archimede. Ma da quando gli è piovuta nella testa ha continuato a svilupparsi, mese dopo mese e anno dopo anno, fino a coinvolgere altre persone che hanno cominciato a crederci come lui, fino a diventare un progetto e poi un prototipo, a convincerlo a lasciare il proprio lavoro per dedicarsi quasi solo al suo sviluppo fondando una società, fino a trovare il sostegno dei "business angels", gli angeli degli imprenditori che hanno deciso di finanziare la sua impresa e rischiare con lui. E adesso l'idea di Francesco Negrisolo sta per diventare un prodotto pronto per il mercato.
Quello che ha inventato è un nuovo sistema per sfruttare l'energia solare, un pannello capace di concentrare i raggi della nostra stella per arrivare a temperature molto più alte di quelle dei normali pannelli per la produzione di acqua calda. Però senza i complicati sistemi di cui hanno bisogno gli impianti del solare termodinamico tradizionale, quelli con i grandi specchi parabolici che seguono la posizione del sole e riflettono tutti i raggi verso un unico punto dove c'è una cisterna da portare a oltre 300 °C. Il calore assorbito dal pannello potrà poi facilmente essere trasformato in acqua calda per il riscaldamento e per lavarsi, in freddo per gli impianti di condizionamento, in energia elettrica. Meglio ancora, avrà un sistema di immagazzinamento che renderà ogni impianto completamente autonomo. Un palazzo, una villetta, una piccola impresa quando monteranno questo sistema non avranno, in teoria, nemmeno bisogno di allacciarsi alla rete elettrica e potranno davvero fare tutto da sé.
Quando Negrisolo ha cominciato a pensarci aveva da poco lasciato Pirelli Cavi, dove si occupava di progettare fibre e amplificatori ottici, forte di un'esperienza fatta alla Stet sempre dedicandosi a cercare di realizzare il miglior hardware per la trasmissione di segnali. Il suo mestiere era diventata la progettazione di impianti di energia per grandi aziende come Eni ed Enel.
Ed è proprio dall'unione di tutte queste esperienze, racconta, che è nata l'idea del nuovo sistema, capace di trasformare un pannello che assomiglia moltissimo a quelli tradizionali termici in un piccolo impianto di solare termodinamico. Invece di scaldare una miscela di acqua fino a 80-100 °C, infatti, la temperatura del liquido che circola nel pannello può arrivare anche a 250 °C. «La luce viene in un certo senso raddrizzata, grazie a un sistema di specchi, ma non solo, ci sono tanti principi che lavorano insieme. Diciamo che il risultato è un sistema capace di catturare la luce ovunque sia il sole senza bisogno di inseguirlo con sistemi meccanici che spostino il pannello», racconta. E il pannello, proprio quelli termici tradizionali, è in grado di raccogliere anche l'energia diffusa, quella delle giornate nuvolose, e non solo la luce diretta.
Accanto a lui siedono Maria Cristina Rosso, project manager della società che hanno fondato insieme dopo essersi conosciuti lavorando in Pirelli, e Roberto Campagnola, il loro "business angel". Anche Maria Cristina Rosso, ingegnere come Negrisolo, ha lasciato quello che stava facendo per credere in questa avventura «perché mi piacciono le sfide, la tecnologia e il futuro». È lei che ha scelto di chiamare la loro start up Ohikia, una parola greca che indica la casa, ma anche nel senso della propria famiglia e della propria stirpe: qualcosa che è destinato a durare e ad essere solido, insomma. Campagnola arriva da quel gruppo di scout delle nuove idee imprenditoriali che si sono dati il nome di Italian Angels for Growth: 89 soci che abbracciano quasi tutta l'Italia e che, quando trovano un progetto valido, decidono di aiutarlo a crescere investendo direttamente i propri soldi. In questo caso Campagnola è proprio entrato a far parte della nuova società.
Ma cosa succede al calore raccolto dai nuovi pannelli, che più correttamente vengono chiamati "collettori solari"? Qui c'è la seconda novità. Il calore viene immagazzinato in una "batteria termica" che ha le dimensioni di un grosso frigorifero. Le batterie di questo genere esistono già, non le ha inventate Negrisolo. Lui però ha trovato una miscela molto semplice del liquido con cui funzionano che può lavorare bene tra 100 e 200 °C.
Le batterie, come i pannelli, sono un sistema modulare: a seconda delle esigenze ciascuno può scegliere quante installarne. Per una famiglia, una dovrebbe essere sufficiente: meno di 2 metri cubi di batteria possono accumulare energia termica pari a 75 kWh. «Per l'uso domestico limiteremo anche la temperatura a 160 °C. Ma la cosa più importante è che la nostra batteria si può adattare facilmente a diverse temperature di utilizzo».
Questo, spiega l'ingegnere, è un po' il cuore del sistema Ohikia. Perché è da qui che parte il vero sfruttamento dell'energia assorbita. Il primo uso è ovviamente quello del riscaldamento: non solo quello domestico, ma anche il riscaldamento che può servire a laboratori o piccole industrie come i birrifici o gli impianti di essicazione, per esempio. Oppure il calore può essere trasferito a un "chiller", ossia un apparecchio che trasforma il caldo in freddo, per rifornire impianti di condizionamento oppure frigoriferi grandi e piccoli, come quelli di un supermercato. Infine, il calore può passare a un generatore di corrente elettrica. Ma non un generatore tradizionale, né una turbina «che si romperebbe in fretta e avrebbe comunque un'efficienza bassissima». Ohikia si è rivolta a un partner specializzato nei sistemi di generazione per mettere a punto una versione particolare di un generatore che lavora con gas che si espandono a pressione costante.

  visibile anche su http://www.facebook.com/pages/Impianti-Fotovoltaici/38076804321



 fonte: http://www.ilsole24ore.com

sabato 24 dicembre 2011

MODULI FOTOVOLTAICI REC AL PRIMO POSTO NEL TEST INDIPENDENTE DI PHOTON SULLE PRESTAZIONI SUL CAMPO.

Sandvika, Norvegia, Settembre 5, 2011: I moduli fotovoltaici REC si sono classificati primi nei primi sei mesi di uno studio qualitativo comparativo annuale realizzato dalla principale rivista del settore, Photon.
I moduli fotovoltaici REC hanno generato più elettricità degli altri 46 moduli partecipanti al test, producendo in media il 6 percento di energia in più da gennaio a giugno. "Accogliamo in modo molto positivo il fatto che i moduli fotovoltaici REC continuino a surclassare altri marchi importanti e forniscano ai clienti nel settore del solare la sicurezza di cui hanno bisogno per scegliere un fornitore di moduli", ha affermato Luc Graré, Vicepresidente Senior, Vendite e Marketing, Celle&Moduli, REC Solar. I moduli REC sono progettati per garantire un buon rendimento anche in condizioni di luce ridotta e si sono aggiudicati il primo posto da gennaio a marzo. I risultati dimostrano che i clienti ottengono da un modulo REC il 6 percento di energia in più rispetto a prodotti simili di marchi concorrenti.
Il test di rendimento sul campo di Photon misura la quantità di chilowattora di elettricità prodotta da un modulo nel corso di un anno in condizioni di esercizio reali sul campo. Vengono sottoposti a test tre moduli per fornitore in un luogo all'aperto in Germania. Il test Photon è attualmente il test più ampiamente riconosciuto per determinare il rendimento sul campo e mette a confronto marchi internazionali di moduli fotovoltaici nel corso di svariati anni. Il test si basa su una metodologia scientifica e aiuta i consumatori a scegliere il miglior fornitore di moduli sulla base del rendimento del prodotto sul campo. I risultati del test sottolineano la capacità dei moduli REC di produrre profitti, dal momento che la maggiore produttività permette al cliente di ottenere un ritorno sull'investimento in tempi minori.
http://www.volpatoimpianti.com/I moduli REC mantengono una posizione dominante nel test Photon da diciotto mesi.

sabato 12 novembre 2011

Natura e business, tra ottimismi ingenui e cifre interessanti

Un articolo di Giovanni Valentini e un’intervista a Jeremy Rifkin a cura di Antonio Cianciullo - La Repubblica, 9 novembre 2011, con postilla.
- di Giovanni Valentini -
La natura è un grande business contro la crisi. “Green Italy” porta un milione di posti di lavoro. Ecco la mappa dello sviluppo ecocompatibile
Se è vero che il verde è il colore della speranza, proprio perché abbinato alla natura e alla sua rinascita, allora la “green economy” può rappresentare per l´Italia qualcosa di più concreto di un sogno collettivo: una nuova frontiera, cioè un’occasione di ripresa, un’opportunità di crescita, una leva contro la crisi.
Per affrontare la recessione e accrescere la propria competitività sul mercato globale, le nostre imprese si stanno orientando decisamente in questa direzione. E nel segno dell´economia verde, investono sempre più in tecnologie, processi e prodotti ecocompatibili fino quasi a raddoppiare nel 2011, con effetti ricostituenti e benefici anche sull´occupazione, diretta o indiretta: tanto da far registrare solo nel 2009 circa 200 mila assunzioni e annunciare per i prossimi anni almeno un milione di posti di lavoro.
Dal 2010 a oggi, la percentuale delle piccole e medie imprese manifatturiere (dai 20 ai 499 dipendenti) impegnate finanziariamente nel maggior risparmio energetico o nel minor impatto ambientale, è passata dal 30,4 al 57,5. Una rivoluzione tecnologica e produttiva, destinata a incidere direttamente sulla qualità del “made in Italy” e quindi sulle assunzioni di personale qualificato.
Già nel 2011 la domanda di figure professionali orientate verso la “green economy” è arrivata a superare il 38% del totale: oltre 220 mila, di cui quasi la metà (97 mila) legate al settore delle energie rinnovabili, alla gestione delle acque e dei rifiuti o alla tutela dell´ambiente, su un totale di circa 600 mila. A questi ritmi si può ragionevolmente prevedere che nei prossimi anni, tra nuova occupazione e riqualificazione di quella esistente, la riconversione ecologica dell´economia alimenterà un boom di assunzioni tra “green jobs” in senso stretto e figure riconducibili alla “green economy”. Le competenze richieste appartengono trasversalmente a diversi i settori, con picchi superiori al 50% fra gli esperti di diritto, ai dirigenti e agli imprenditori, ma ancor più fra artigiani, operai specializzati e agricoltori (60,4).
Contenuti in un Rapporto che verrà presentato a Milano lunedì prossimo, 14 novembre, presso l´Assolombarda, su iniziativa di Unioncamere e di Symbola, la fondazione presieduta da Ermete Realacci, questi dati delineano – appunto – uno scenario di crescita e di speranza per il futuro del Paese. Una via d´uscita, insomma, di fronte alla crisi strutturale che incombe drammaticamente sull´economia nazionale. “GreenItaly” è insieme un impegno e una sfida per modificare radicalmente il nostro modello di sviluppo, cercando una soluzione innovativa per superare la congiuntura.
Sono state soprattutto le medie imprese, in quest´ultimo anno, a investire su tecnologie e prodotti a maggior risparmio energetico o a minor impatto ambientale: il 68,5% contro il 37,3 del 2010, rispetto alle piccole imprese (tra i 20 e i 49 dipendenti) che sono passate a loro volta dal 29,1 al 55,1. La parte del leone la fanno le industrie manifatturiere (64,4%), seguite a ruota da quelle alimentari (61,3), da quelle meccaniche (58,6) e poi da quelle che producono beni per la persona e per la casa (50,1%). Quanto alla ripartizione geografica, è un segno confortante che l´incremento maggiore si registri proprio al Sud (64,5%), più in ritardo e perciò più propenso a guardare avanti per recuperare terreno, rispetto al 57,3 del Nord-Est, al 56,7 del Nord-Ovest e al 53,6 del Centro.
«Nel momento difficile che il Paese sta attraversando – osserva Realacci – è necessario riguadagnare credibilità e serietà sul terreno finanziario, ma anche indicare la strada per il futuro della nostra economia, mettendo in moto le migliori energie». E perciò commenta con soddisfazione il fatto che «nell´incrocio tra innovazione, qualità e bellezza, la green economy in salsa italiana è già ben presente nelle attività della parte più avanzata del nostro sistema imprenditoriale».
Nella relazione che accompagna il Rapporto “GreenItaly”, il presidente di Symbola sostiene poi che «la crisi va colta come una grande occasione di cambiamento, un´opportunità per affrontare le questioni aperte da tempo». La “rivoluzione ecologica” può rappresentare la chiave di volta per favorire un´autentica modernizzazione del Paese nella prospettiva di uno sviluppo sostenibile, cioè compatibile con la difesa dell´ambiente e la tutela della salute collettiva. E in Italia, più che altrove, l´economia verde si incrocia con la “soft economy”, vale a dire con la qualità, l´innovazione e la ricerca, con quella insomma che un grande storico dell´economia come Carlo Maria Cipolla definiva la capacità di “produrre all´ombra dei campanili cose che piacciono al mondo”: dai settori più tradizionali a quelli più innovativi, dall´agroalimentare alle ceramiche, dalla nautica al turismo, fino alla “meccatronica” (il mix di meccanica, elettronica e informatica).
Si tratta, ovviamente, di una sfida su scala internazionale per il nostro Paese e per le nostre imprese, chiamate a confrontarsi su progetti ambiziosi e impegnativi: come, per esempio, quello denominato “Desertec” che prevede investimenti per 300 miliardi di euro sulla sponda sud del Mediterraneo, nel campo delle fonti rinnovabili e in particolare nel solare termico ad alta concentrazione. Né mancano opportunità rilevanti a livello nazionale, come quelle che interessano il settore edilizio per la ristrutturazione delle case e l´efficienza energetica: finora il credito d´imposta del 55% per cento a favore dei privati, per le spese sostenute in questo genere di interventi sulle proprie abitazioni, è stato utilizzato da circa 600 mila famiglie e ha prodotto investimenti per quasi 12 miliardi di euro, coinvolgendo decine di migliaia di occupati.
Crescita e sostenibilità ambientale, considerate fino a ieri in antitesi, si stanno rivelando quindi due facce di quella stessa medaglia che è la competitività di un “sistema Paese”. L´Italia ha tutte le carte in regola per partecipare a pieno titolo a questa gara globale: le bellezze naturali; un patrimonio storico, artistico e culturale, unico al mondo; talento, fantasia, creatività. «Occorre – conclude Realacci – un´economia più a misura d´uomo, attenta alle comunità e ai territori. E proprio per questo più sostenibile e competitiva».
Jeremy Rifkin: è l´unica via allo sviluppo
“Quell´energia che sbaraglia il mercato”
rifkin11Intervista a cura di Antonio Cianciullo
La green economy è l’unico settore della nostra economia che ancora funziona perché è l’unico allineato al futuro.
Gli altri segmenti sono in crisi e, ogni volta che hanno un momento di temporaneo recupero eilmotore della produzione si rimette in moto con il vecchio sistema, i prezzi del petrolio e delle materie prime schizzano alle stelle facendo inceppare di nuovo il meccanismo: la seconda rivoluzione industriale è arrivata al capolinea perché non ha saputo calcolare i limiti fisici del pianeta». Jeremy Rifkin ha appena pubblicato La terza rivoluzione industriale, il manifesto della società che si sta formando attorno ai valori della green economy.
Partiamo dai numeri. Fino a ieri molti ritenevano l`economia verde utile ma secondaria, un attore di secondo piano sulla scena economica mondiale. Oggi la situazione è cambiata?
«Sì perché la Terza rivoluzione industriale si sta dimostrando un cambiamento epocale del nostro modo di produrre e di pensare. Alcune industrie chiuderanno, ma molte altre apriranno e verranno creati centinaia di milioni di posti di lavoro per l`energia rinnovabile distribuita nelle case, negli uffici, nelle campagne; per la realizzazione di un ciclo di immagazzinamento dell`energia basato sull`idrogeno; per la sostituzione del vecchio parco auto inquinante con veicoli elettrici; per la creazione di smart gridingrado di farviaggiare l`energia come le informazioni sul web».
Una rivoluzione solo al futuro?
«Al contrario, è un processo già iniziato. Le faccio solo un paio di esempi. Negli Stati Uniti l`efficienza energetica delle case è estremamente bassa: aumentarla costerebbe 100 miliardi di dollari l`anno ma permetterebbe di risparmiare energia per 163 miliardi di dollari l`anno. E la mobilità offre analoghe opportunità. Zipcar, la più importante società di car sharing, in un decennio di attività ha aperto migliaia di sedi per mettere le auto condivise a disposizione dei suoi clienti: cresce del 30 per cento l`anno e nel 2009 ha fatturato 130 milioni di dollari».
Non tutto il movimento ambientalista però appoggia la green economy. C`è una frangia che contesta gli impianti eolici, solari e a biomasse in nome del paesaggio.
«Mi sembra una contraddizione destinata a essere superata dall`evoluzione della green economy. In questo momento di transizione una quota significativa di energia rinnovabile viene prodotta dai grandi impianti perché siamo nella fase di sviluppo iniziale della filiera. Io non sono contrario per principio ai grandi impianti, e penso che in alcuni luoghi si possano realizzare, ma sono destinati ad essere superati dalla logica della Terza rivoluzione industriale. Una rivoluzione basata sullo sviluppo di milioni di mini e micro centrali di produzione energetica che troveranno posto sui tetti e sulle facciate di buona parte degli edifici».
Eppure la crisi economica ha fatto registrare in molti paesi una battuta di arresto della green economy.
«Si sono fermate le economie che non hanno puntato sul futuro. Ma per sapere dove va il mondo c`è un modo molto semplice: guardare cosa fanno i giovani. I loro valori sono quelli di Internet: il diritto all`accesso alle conoscenze, il rapporto paritario, lo scambio di informazioni e di musica, presto lo scambio di energia. La loro rivoluzione è l`attacco al sistema basato sull`autoritarismo, sul potere gerarchico, sull`accentramento. Vogliono una società che abbia come valori la trasparenza, il decentramento e l`accesso libero alle reti».
Una possibilità reale?
«Alcuni dei governi rimasti attaccati al vecchio modo di pensare, come i regimi dittatoriali dell`Africa mediterranea, sono già stati spazzati via perché il potere laterale costruito dalla generazione di internet ha battuto l`arroganza delle autocrazie. Lo sviluppo del movimento degli indignati mostra che una critica radicale alla vecchia logica industriale sta crescendo rapidamente anche nei paesi industrializzati: c`è bisogno di un concetto più avanzato e più largo di democrazia che includa gli atti della vita quotidiana e una redistribuzione della ricchezza».
Fonte: la Repubblica, 9 novembre 2011.

POSTILLA  A CURA DI EDDYBURG.IT
Martin Lutero sosteneva: «pecca fortiter sed crede fortius», pecca di più ma credi di più. Non vorremmo che l’enfasi posta sullo “sviluppo” determinato dagli investimenti nei settori del disnquinamento, della mitigazione ecc. significasse “inquina di più per disinquinare di più. Non è detto che la “green economy” coincida con la ristrutturzione ecologica dell’econom

Tratto da: Natura e business, tra ottimismi ingenui e cifre interessanti | Informare per Resistere http://informarexresistere.fr/2011/11/12/natura-e-business-tra-ottimismi-ingenui-e-cifre-interessanti/#ixzz1dWegdQcS
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!

venerdì 4 novembre 2011

sistema di riscaldamento


Riscaldamento a pavimento radiante

Il comfort e il lusso e di un riscaldamento a pavimento radiante - facile e conveniente!

Sistemi Warmup di riscaldamento sottopavimento, la libertà di scelta.

I sistemi di riscaldamento radiante sono composti da un cavo molto sottile (solo 2mm), in modo in modo da non pregiudicare il piano e i livelli. Si installa solo dove ne avete bisogno, in modo che si possa andare in bagni, cucine, camere o qualsiasi altra stanza dell'abitazione sempre con lo stesso comfort.



La flessibilità e la facilità di posa lo rende adatto per qualsiasi tipo di installazione


L'installazione di impianti di riscaldamento elettrici richiede solo un paio d'ore. Nelle ristrutturazioni non c'è bisogno di scavare il pavimento e di rovinare il sottofondo - non necessità nemmeno di strumenti professionali, la posa è semplice, veloce e facile

Posare la matassa riscaldante a pavimento tramite il nastro biadesivo incorporato. Incollare le piastrelle ed il gioco è fatto. Ora il pavimento sarà riscaldato, semplice e facile

I cronotermostati regolano automaticamente la temperatura del pavimento. È possibile utilizzare il sistema Warmup pavimento, come principale fonte di riscaldamento, o semplicemente per tenere fuori il freddo ed avere un pavimento gradevolmente tiepido.

La specifiche sezioni tecniche vi forniranno una panoramica delle procedure di installazione. Usatele per aiutarvi a decidere quale prodotto di riscaldamento è il più adatto alla vostra casa e per pianificare l'acquisto di ulteriori materiali  necessario, come:

     * Ki di installazione dei prodotti: colle, livelline, pannelli isolanti portanti.
     * Spatole (preferibilmente di plastica) per incollaggio piastrelle
     * Strumenti di costruzione come spelacavi, cacciavite e scalpello.
     * Isolamento (se richiesto)
     * Multimetro digitale.




Perché riscaldamento a pannelli radianti
Si spiega i vantaggi del riscaldamento radiante sottopavimento e perché si dovrebbe avere sia in casa che in ufficio.




http://www.volpatoimpianti.com/1/sistema_di_riscaldamento_6439922.html
http://www.volpatoimpianti.com/1/sistema_di_riscaldamento_6439922.html

mercoledì 12 ottobre 2011

truffa!!!!!!!!!!!!!!!!!


 SARMEDE. I carabinieri l'hanno chiamata operazione Megawatt perchè i quattro arrestati puntavano a vendere materiali per la produzione di energia pulita ad imprenditori che intendevano produrne almeno un megawatt. L'indagine è stata illustrata ieri, nel corso di una conferenza stampa a Pordenone, dal procuratore facente funzioni Federico Facchin, e dai carabinieri che hanno eseguito le indagini. I quattro arrestati sono stati associati in altrettanti istituti penitenziari (a Pordenone, Trieste, Udine e Treviso) per una «dichiarata e conclamata» associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe. I quattro si sarebbero fatti anticipare il 30 per cento dell'importo complessivo degli impianti del fotovoltaico: «Per loro il lavoro finiva così, poi con una serie di scuse la tiravano lunga». Tra gli imprenditori anche uno di Pederobba. Gli acconti pagati andavano dai 100 agli 850 mila euro. Un solo impredntiore friulano avrebbe perso ben 4 milioni di euro investendo nell'operazione. L'invito dei carabinieri alle altre vittime è di farsi avanti.
11 ottobre 2011
fonte:      http://tribunatreviso.it

sabato 8 ottobre 2011

impianto da 6,08KWp dal massimo incentivo resa di 75.000€ in 20anni

http://www.volpatoimpianti.com/1/impianto_da_6_8_kwp_2657693.html

impianto da 6,08KWp dal massimo incentivo resa di 75.000€ in 20anni

http://www.volpatoimpianti.com/1/impianto_da_6_8_kwp_2657693.html

Marcegaglia investe nel fotovoltaico 15 milioni a Taranto

MILANO
Il gruppo Marcegaglia accetta la sfida del fotovoltaico e investe 15 milioni nello stabilimento di Taranto. Ieri il gruppo metalsiderurgico mantovano ha inaugurato nel polo pugliese la nuova produzione di lamiere e pannelli fotovoltaici (pannello Marcegaglia Solar) per la produzione di energia solare.
Nello stabilimento tarantino, dove sono attualmente impiegati 170 addetti, produrrà una gamma diversificata di lamiere fotovoltaiche flessibili, per un valore di 15 megawatt l'anno. Che saliranno a 25 e a 50 nel 2012 con oltre 250 addetti.
«Siamo all'avanguardia nell'energia pulita – ha detto il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola nel corso dell'inaugurazione – a cui l'Europa guarda con grande attenzione. Il pannello solare fotovoltaico che si produce in questa fabbrica è ideale per immaginare quella seconda fase dello sviluppo energetico da fonte rinnovabile in Puglia. Pensiamo alla copertura degli edifici civili, delle scuole, degli ospedali».
Per Antonio Marcegaglia – ad con la sorella Emma dell'omonimo gruppo industriale di famiglia, fondato e presieduto dal padre Steno – «con Taranto abbiamo fatto un balzo in avanti. Da tempo compravamo le lamine sottili di silicio amorfo dai nostri partner americani di Uni-solar, oggi ne diventiamo produttori e aumentiamo il valore aggiunto coprendo una parte più lunga della filiera».
Le competenze del gruppo mantovano oggi vanno dalle celle alla lamina (che produce) fino al sistema completo con l'incollaggio sul pannello. «Ci qualifichiamo – aggiunge Marcegaglia – come fornitori sia di pannelli sia di impianti chiavi in mano. Una caratteristica importante: in Italia molti sono soltanto assemblatori e integratori della parte più povera». Inoltre, secondo l'imprenditore, «il nostro prodotto è indicato laddove si tratta di rifare nuovi tetti nell'edilizia commerciale e industriale o la sostituzione di tetti in amianto».
Il gruppo mantovano ha realizzato sui tetti dei 13 capannoni dell'insediamento produttivo di Taranto, in collaborazione con Enel Green Power, un impianto fotovoltaico di 3,2 megawatt e produrrà ogni anno a pieno regime circa 4 milioni di chilowattora, pari al fabbisogno energetico di 1.400 utenze familiari.
Per Marcegaglia il fotovoltaico rappresenta una nicchia di busines ma rimane «una sfida per l'aspetto tecnologico e la riconversione dello stabilimento di Taranto, in una regione sensibile alle rinnovabili. Il polo jonico lo completeremo con strutture di ricerca e sviluppo e le relative professionalità. Tanto più che Vendola ha rimarcato la coerenza con i disegni della regione Puglia».
Nel complesso il gruppo Marcegaglia nel quadriennio 2009/12 investirà oltre un miliardo di euro, di cui il 70% in Italia. Il core business è nell'acciaio (e nell'ingegneria dei macchinari legati all'acciaio), con diversificazione nel turismo e, appunto, nelle energie alternative.
«Quest'anno – conclude l'imprenditore – abbiamo una crescita del fatturato del gruppo intorno al 25%: dai 3,8 miliardi a oltre i 4,5, ma dipenderà dai prezzi dell'acciaio. La marginalità è soddisfacente anche se, a partire dal dopo ferie, si avverte un clima di sfiducia. Comunque in termini reali ci aspettiamo un +10% a volume. Il contributo della componente estera sarà più apprezzabile a partire dal 2012».

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-09-29/marcegaglia-investe-fotovoltaico-milioni-064238.shtml?uuid=AaTD9Q8D

mercoledì 28 settembre 2011

Quarto Conto Energia: aggiornata la graduatoria grandi impianti Gli impianti entrati in esercizio entro agosto 2011 possono richiedere direttamente gli incentivi

05/09/2011 - A seguito delle comunicazioni di entrata in esercizio di impianti iscritti al Registro e al conseguente scorrimento della graduatoria ai sensi dell’art. 8, comma 5 del quarto Conto Energia per il fotovoltaico (DM 5 maggio 2011), il GSE pubblica:
- l’aggiornamento al 31 agosto 2011 dell’elenco degli impianti iscritti al Registro in posizione tale da rientrare nei limiti di costo, elaborato sulla base dei criteri di priorità previsti dal DM 5 maggio 2011 (Elenco A);

- l’aggiornamento al 31 agosto 2011 dell’elenco degli impianti non rientranti nei limiti di costo, elaborato sulla base dei criteri di priorità previsti dal DM 5 maggio 2011 (Elenco C).

Il GSE ricorda che, per gli impianti entrati in esercizio entro il 31 agosto 2011, a norma dell’art. 6, comma 2 del DM 5 maggio 2011, è possibile richiedere direttamente il riconoscimento delle tariffe incentivanti, previa comunicazione al GSE secondo le modalità previste dalle Regole Applicativeper il riconoscimento delle tariffe incentivanti.


Fonte: GSE
Fonte: GSE

mercoledì 14 settembre 2011

Corre l'Italia del fotovoltaico. Superati i 10mila Mw installati

Brinda l'Italia delle energie rinnovabili: 10mila megawatt installati con oltre 270 mila impianti collegati alla rete elettrica nazionale rappresentano un traguardo da molti preannunciato ma per nulla scontato, visto il tiraemolla degli incentivi e le minacce di smobilitazione di molti imprenditori dell'energia verde.
Brinda doppiamente la Puglia, che proprio ieri alla Fiera del Levante ha esibito il record nazionale assoluto: con 1.685 megawatt distribuiti in 17.812 impianti è di gran lunga la regione più ricca di pannelli e di elettricità solare prodotta, anche se il record per il numero degli impianti va alla Lombardia (38.810 per 993 megawatt). E proprio la Puglia, insieme alla Calabria e la Sicilia, è in ottima compagnia nella corsa verso il traguardo epocale: la cosiddetta grid parity, ovvero la competitività del kilowatt solare generato senza bisogno di alcun incentivo.
La svolta nella competitività (che però sconta anche la maggiore onerosità della nostra generazione tradizionale rispetto alla media europea) arriverà nel nostro Sud, in anteprima europea e al pari delle aree del globo più baciate dal sole, in un paio di anni, tra il 2013 e il 2014. Ce lo dice il report appena diffuso da Epia, l'associazione europea delle industrie di settore, in collaborazione con i consulenti di AT Kearney. Report che assegna comunque ai paesi meno assolati un robusto premio di consolazione: entro sei anni la grid parity dovrebbe diffondersi in tutta Europa.
Può forse gioire l'industria degli apparati, che qui da noi vorrebbe guadagnare spazio rispetto alla dipendenza che ancora tributiamo alle forniture estere (dalla Cina ma anche dalla Germania). Potrebbe gioire lo Stato, che ha nuovi motivi per attenuare gli incentivi, anche se dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza per l'altalena e l'inaffidabilità delle politiche di settore che intanto rischiano di allontanare gli investitori internazionali.
Possiamo gioire, ma con qualche cautela, tutti noi: è vero che la nostra energia solare si irrobustisce, ma è anche vero che l'energia così prodotta è, come ben si sa, una frazione di quella garantita dalla stessa potenza installata con impianti tradizionali (gas o carbone, ad esempio). Tant'è che il nostro solare vale, ancora oggi, appena il 3% dell'elettricità che consumiamo.
Lo scenario tratteggiato dagli ultimi rapporti ci sprona comunque in positivo. Solo quest'anno – riferisce il Gme (Gestore dei servizi energetici), l'operatore istituzionale che coordina e gestisce gli incentivi verdi – entreranno in servizio circa 6.500 megawatt solari. E «alla fine del 2011 la potenza complessiva in esercizio in Italia potrebbe raggiungere i 12mila megawatt, per un numero d'impianti intorno ai 350mila».
Ed ecco che «l'andamento delle installazioni per l'anno in corso proiettano di fatto l'Italia al primo posto nella graduatoria mondiale per potenza entrata in esercizio nel 2011» con la prospettiva di chiudere l'anno in corso con un volume triplo di nuove installazioni fotovoltaiche rispetto alla Germania, il paese «da un decennio leader del mercato fotovoltaico mondiale» sottolinea il Gse.


Fonte:
 www.ilsole24ore.com

Fotovoltaico: Italia prima al mondo per installazioni 2011

L’Italia è al momento prima nella graduatoria mondiale per la potenza energetica entrata in esercizio nel 2011. Un comunicato della GSE (Gestore Servizi Energetici) segnala come siano entrati in esercizio 6.500 MW di potenza fotovoltaica nel 2011; tre volte superiore a quella creata dalla Germania. Superata la soglia dei 10.000 MW si pensa di poter arrivare fino a 12.000 nel 2012, con un numero complessivo di 350.000 impianti. (Leggi comunicato su GSE Notizia su AGI, Il Sole 24 Ore)
18:45 | 8 settembre 2011 


Fonte:
www.corrispondenti.net

sabato 10 settembre 2011

Fotovoltaico: installazioni prossime ai 10 Gigawatt

Nonostante le perplessità suscitate dall'introduzione del nuovo sistema di incentivazione del fotovoltaico, il Quarto Conto Energia, la potenza installata in Italia continua a crescere, trainata in particolare dagli investimenti in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e dalla Puglia.

di Angela Lamboglia - 9 Settembre 2011

fotovoltaico
La distribuzione degli impianti sul territorio vede prevalere quelli di piccola taglia al Nord e quelli di grandi dimensioni al Sud
Alla fine del 2010, la potenza installata in Italia si aggirava complessivamente intorno ai 7mila MW su circa 200mila impianti, contro i 1.142 MW del 2009. La previsione del Gestore dei servizi energetici (GSE) era quindi di poter raggiungere il target di 8mila MW, fissato dal Piano nazionale sulle fonti rinnovabili per il 2020, già nel 2011.
Gli ultimi dati del GSE superano però tali previsioni e vedono l'Italia attestarsi su 9.530 MW e quindi prossima al raggiungimento del valore di 10 GW, con oltre 264mila impianti in esercizio.
La distribuzione degli impianti sul territorio vede prevalere quelli di piccola taglia al Nord e quelli di grandi dimensioni al Sud. Così, mentre la Puglia si conferma guida indiscussa per potenza installata, con oltre 1.442 MW, in testa per numero complessivo figura la Lombardia, con oltre 35.900 impianti, mentre al secondo e terzo posto si collocano, rispettivamente, il Veneto (33.400) e l'Emilia Romagna (22.823 impianti).
Per quanto riguarda l'individuazione dei sistemi di aiuto che più hanno contribuito al raggiungimento di questi risultati, determinante è stato il Secondo Conto Energia cui si devono oltre 6 milioni e 691mila kW e 200mila installazioni. Il Primo e il Terzo Conto Energia hanno finanziato, rispettivamente, 5mila e 37mila impianti, mentre sono oltre 20mila quelli che hanno finora beneficiato dell'ultimo regime di incentivazione, il Quarto Conto energia introdotto con decreto del 5 maggio 2011.
Ulteriori segnali incoraggianti in materia di fotovoltaico arrivano da un recente studio condotto dall’European Photovoltaic Industry Association, dal titolo Solar Photovoltaics - Competing in the energy sector.
Basandosi sull'analisi dell'andamento dei principali mercati solari dell’Unione europea - Germania, Italia, Francia, Spagna e Gran Bretagna - la ricerca sostiene che, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie, nell'arco di circa dieci anni l'energia ottenuta dal fotovoltaico sarà in grado di competere economicamente con le fonti convenzionali.
Entro il 2020 il costo dei sistemi e dei moduli dovrebbe ridursi del 50% e, secondo i ricercatori, in alcuni Paesi tali risultati potrebbero essere raggiunti già nel 2013.
Un modello di eccellenza è, com'è noto, la Germania che ha abbandonato la strada del nucleare e sta concentrando i propri sforzi sulle fonti rinnovabili, riuscendo nel primo semestre del 2011 a ricavarvi un quinto del fabbisogno energetico totale.
Tra i mercati più maturi rientra, però, anche l'Italia, per cui lo studio prevede il raggiungimento della cosiddetta Grid Parity, cioè la coincidenza tra il costo dell'elettricità prodotta da fotovoltaico e quello dell'energia ottenuta da fonti tradizionali, tra il 2013 e il 2014.

Fonte :    http://www.ilcambiamento.it/

martedì 2 agosto 2011

EnelGreenPower Grande Opportunità A Csoto Zero Con i Nuovi incentivi!

 
Al 30 giugno scorso, la capacità installata netta del Gruppo Enel Green Power S.p.A., quotato in Borsa a Piazza Affari, e controllato dal colosso elettrico ed energetico Enel S.p.A., si è attestata a ben 6.372 MW. A darne notizia in data odierna, martedì 2 agosto del 2011, è stata proprio Enel Green Power in concomitanza con il rilascio dei dati economici e finanziari del primo semestre del 2011. In particolare, su un totale di 6.372 MW, 2.893 MW sono rappresentati da capacità installata netta da impianti eolici, 2.538 MW da idroelettrico, 775 MW da geotermico, e 166 MW da alte tecnologie per le rinnovabili, ed in particolare la cogenerazione, la biomassa ed il solare.
 
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domenica 31 luglio 2011

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sabato 9 luglio 2011

Rinnovabili, nuovo record di investimenti nel 2010

pannelli solari.
Paolo Tosatti
Green revolution. Secondo un nuovo rapporto dell’Unep sono stati 211 i miliardi di dollari spesi per lo sviluppo delle fonti alternative. Solo 8 in meno rispetto a quelli impiegati per le energie fossili


 Nell’anno passato gli investimenti complessivi in energie rinnovabili hanno toccato la cifra record di 211 miliardi di dollari, appena inferiore a quella di 219 miliardi che i Paesi hanno speso per quelle tradizionali. Rispetto al 2009 la green energy ha attirato il 32 per cento degli investimenti in più, registrando una crescita che negli ultimi sette anni ha superato il 500 per cento. Per la prima volta le somme spese dai Paesi in via di sviluppo per solare, geotermico, idroelettrico ed eolico hanno superato quelle degli Stati industrializzati: 72 miliardi contro 70.
A guidare la classifica assoluta è il Dragone cinese, che con i suoi 48,9 miliardi di dollari indirizzati allo sviluppo delle rinnovabili è diventato il leader globale degli investimenti verdi. Seguono la Germania, con 41 miliardi, e gli Stati Uniti, con 29, 6 miliardi. Il Vecchio Continente ha registrato invece un calo del 22 per cento, che ha portato gli stanziamenti alle fonti alternative a 35,2 miliardi. Nel contesto europeo dietro l’apripista tedesco si trovano l’Italia con 5,5 miliardi di dollari (più 59 per cento), la Francia con 2,7 miliardi (più 150 per cento) e la Repubblica Ceca con 2,3 miliardi (più 163 per cento).
Secondo il dossier dell’Unep la crescita delle rinnovabili non è stata determinata solo dall’aumento degli investimenti, ma anche dal notevole calo dei prezzi che le tecnologie pulite hanno registrato. Le Nazioni unite evidenziano una diminuzione del 60 per cento nel costo per megawatt per i pannelli fotovoltaici e una contrazione del 18 per cento nei prezzi delle turbine eoliche. Non a caso eolico e solare sono i due settori che guidano il trend positivo, con erogazioni che si attestano rispettivamente su 94,7 e 26,1 miliardi di dollari. Più contenuti i fondi stanziati per biomasse e il recupero di energia dai rifiuti, che si attestano su un totale di 11 miliardi. Mentre si riducono del 22 per cento gli investimenti in progetti su larga scala, aumenta la disponibilità di fondi per quelli su scala ridotta, come dimostra il raddoppio del comparto del mini-fotovoltaico che è cresciuto di oltre il 90 per cento e ha toccato la cifra di 60 miliardi.
Escludendo le dighe idroelettriche, nel corso del 2010 le fonti rinnovabili hanno fornito il 5 per cento dell’elettricità globale, circa un terzo della nuova capacità complessiva.
«Questi numeri dimostrano che entro un paio di anni al massimo gli investimenti nelle energie pulite supereranno quelli nelle fonti tradizionali, considerate sempre più spesso superate e obsolete», ha sottolineato Virginia Sonntag O’Brien, funzionario dell’Unep e curatrice del rapporto. «Quella che si prepara è una rivoluzione epocale». Così ora per la tanto attesa Green revolution esiste anche una data “ufficiale”.

Fonte:http://www.terranews.it/

mercoledì 6 luglio 2011

Nasce Officinae Verdi: così Wwf, Unicredit e Solon scommettono sulle rinnovabili

Energia a km 0. È questo lo slogan di "Officinae verdi Spa", una nuova società nata dalla joint venture fra Wwf, UniCredit e Solon. Un'associazione ambientalista, un partner finanziario e uno tecnologico, leader europeo nel fotovoltaico, per dare vita a un nuovo modello di finanza sostenibile. Ognuno dei tre soci detiene un terzo del patrimonio azionario e ha una propria peculiarità: il Wwf vigilerà sull'impatto ambientale di interventi e impianti; UniCredit supporterà gli investimenti con consulenza e prodotti finanziari dedicati; Solon provvederà alla tecnologia e alla parte logistica, fino alla vera e propria installazione dell'impianto.
Obiettivo: fornire un servizio integrato chiavi in mano
Presidente di "Officinae Verdi" è Gaetano Benedetto, direttore delle politiche ambientali del Wwf Italia, da Unicredit viene invece il vicepresidente, Paolo Fiorentino, e come amministratore delegato è stato nominato Giovanni Tordi, già ad di Sustainability Company. Officinae Verdi opererà con due business unit: una dedicata alle famiglie e una per imprese ed enti. L'idea è quella di fornire un servizio integrato chiavi in mano, tramite kit che combinano fotovoltaico ed efficienza energetica, assistiti da prodotti finanziari ad hoc. L'obiettivo è di generare un risparmio immediato in bolletta da una parte e dall'altra ripagare i costi affrontati per l'investimento iniziale, grazie ai flussi dei ricavi originati dal risparmio energetico del progetto.
Dal mix efficienza-rinnovabili significativi risparmi per famiglie e imprese
Secondo i calcoli di Officinae Verdi, per le famiglie si può superare il 50% di risparmio attraverso l'integrazione efficienza-rinnovabili, per le grandi aziende e gli enti si possono raggiungere in pochi anni diminuzioni dei costi energetici nell'ordine del 30-35%. Come spiega Fiorentino, vicepresidente della newco, nonché vicedirettore generale di UniCredit, Officinae Verdi «si pone come interlocutore nuovo nel panorama italiano ed europeo in grado di combinare leva finanziaria e competenze ambientali e tecnologiche». Nonché come modello, che Fiorentino definisce "energia a km 0" e promette di estendere anche all'estero. Un altro step nella politica orientata alla green economy sostenuta dal gruppo bancario, «il cui impegno su questi segmenti - aggiunge - è testimoniato da un portafoglio crediti pari a 6,11 miliardi di euro a fine 2010. Nel solo project finance sono stati investiti da Unicredit 1,85 miliardi di Euro tra eolico e fotovoltaico».

Ancora troppi ostacoli sul cammino delle energie verdi
Da un sondaggio commissionato da Officinae Verdi all'"istituto Abis analisi e strategie" per analizzare il mercato italiano dell'energia, è emersa una propensione all'acquisto di energia elettrica prodotta da rinnovabili pari al 90% del campione (2 mila intervistati). Ma non mancano gli ostacoli: per il 68% il problema sono le decisioni nei condomini, 28% è preoccupato dalla rilevanza degli investimenti iniziali richiesti, il 12% dalla burocrazia.

http://www.volpatoimpianti.com/

martedì 5 luglio 2011

Energie rinnovabili: nessun taglio agli incentivi nella manovra

La notizia era circolata per quasi tutta la giornata di ieri, dopo l’arrivo al Quirinale della manovra da 47 milioni di euro del governo: secondo diverse agenzie di stampa e i rumors, infatti, sarebbe previsto un taglio del 30% sugli incentivi per le fonti alternative di energia. L’indiscrezione, com’è facile immaginare, ha messo in allarme utenti e addetti ai lavori.




La smentita, però, è arrivata dal ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. Nessuna riduzione delle agevolazioni per le fonti rinnovabili, quindi: anche il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, dopo la diffusione delle voci riguardanti i tagli (volti, a quanto pare, a ridurre il costo finale dell’energia sulle bollette), ha confermato l’assenza della norma e ha ribadito la sua posizione in favore degli incentivi “Il Consiglio dei ministri, dopo un lungo e approfondito dibattito, ha approvato la manovra senza quella norma, non capisco come si possa ipotizzare una reintroduzione”.
Questo significa, quindi, che inizialmente tale possibilità (precisamente nell’articolo 35 dell’ultima bozza presentata) era stata presa in considerazione ma il testo definitivo della manovra non prevederebbe alcun taglio. Nonostante le smentite da parte dei due ministri l’opposizione non sembra convinta e accusa comunque il governo di “scelte populiste” per tenere a bada la Lega, penalizzando le energie alternative e mettendo a rischio fallimento l’intero settore.
In tutta questa confusione una cosa appare  comunque certa: almeno per ora gli incentivi e le agevolazioni per le fonti rinnovabili sarebbero al sicuro.

lunedì 4 luglio 2011

Stop alle rinnovabili cosa rischia l'Italia

Sanzioni se entro il 2020 non si raggiunge il 17 % della produzione alternativa, dipendenza dall'estero, credibilità del nostro sistema, riduzione dell'occupazione nel settore, aumenti di rischio climatico

di ANTONIO CIANCIULLO ROMA - Il governo Berlusconi aveva disegnato per il paese un futuro elettrico composto per un quarto da nucleare, per un quarto da fonti rinnovabili, per la metà da combustibili fossili. Il referendum ha cancellato l’opzione nucleare, che del resto era già in ritirata a livello globale prima di Fukushima. Adesso Palazzo Chigi si autoaffonda un altro 25 per cento del progetto mandando a picco le fonti rinnovabili grazie a un taglio del 30 per cento sugli incentivi appena approvati. A tutto ciò va aggiunto il freno alle misure di efficienza energetica con lo stop and go sugli sgravi fiscali per le ristrutturazione ecologiche degli appartamenti.
Il risultato di questo assieme di misure è che il paese si trova esposto a una serie di rischi gravissimi.
(continua a leggere).....
http://www.repubblica.it/economia/2011/07/04/news/stop_alle_rinnovabili_cosa_rischia_l_italia-18640942/

domenica 3 luglio 2011

Il piano casa sblocca gli impianti fotovoltaici Aggirata la Finanziaria


 VENEZIA. Il piano casa sblocca e rilancia il fotovoltaico, aggirando i limiti imposti dalla Regione in Finanziaria. E' questo uno dei punti cardine del provvedimento la cui discussione è cominciata ieri, in Consiglio regionale.  Il nodo viene sciolto nell'articolo 9 che affida alla «competenza dei Comuni il rilascio dell'autorizzazione unica per l'installazione di impianti solari e fotovoltaici, integrati e non, con potenza di picco fino a un megawatt». Così il provvedimento si ricollega al decreto legislativo, risolvendo «l'anomalia creata dall'articolo 4 della Finanziaria che limita l'utilizzo dell'energia da fonti rinnovabili» spiega il consigliere regionale dell'Udc Stefano Peraro. Con la legge a regime, spetterà ai Comuni il rilascio dell'autorizzazione unica per l'installazione fino a un mega - laddove il documento economico prevedeva il blocco degli impianti fotovoltaici superiori ai 200 Kw fino alla fine dell'anno - alle amministrazioni comunali andranno gli introiti derivanti dal pagamento degli oneri istruttori pari allo 0,025% dell'importo dell'intervento. Questo articolo, spiega l'Udc - oltre a Peraro i consiglieri Grazia e Valdegamberi - riammette 200 delle 300 pratiche precedentemente escluse dalla Finanziaria, dato che solo un terzo di queste eccede il mega. «Parallelamente - prosegue Peraro - abbiamo inteso privilegiare l'istituto della demolizione-ricostruzione, dicendo basta a nuove aree di espansione e sì al recupero di quelle esistenti, in particolare per quanto riguarda le zone produttive». Oltre al bonus volumetrico, confermato, è prevista una diminuzione degli oneri di urbanizzazione e del costo per le costruzioni: pari a zero per la prima abitazione, limitato al costo di costruzione negli altri casi. In questo senso, l'emendamento presentato a sostegno delle zone produttive, 81 milioni di metri quadrati nel Padovano, di cui 10 milioni inutilizzati e 100 milioni nel Trevigiano.  Inoltre, tra le novità previste dalla legge, che punta a una proroga di 24 mesi, forte dei 22 mila progetti approvati negli ultimi due anni, la possibilità di intervenire nei centri storici, limitatamente ai casi in cui l'edificio interessato sia già riconosciuto dallo strumento urbanistico privo di grado di protezione, ristrutturazione edilizia o urbanistica; la possibilità di modificare la destinazione d'uso degli edifici, con una specifica disciplina per quelli situati in zona impropria e di ampliare quelli ricadenti in fascia di rispetto stradale. «Per la straordinarietà del provvedimento e la necessità di renderlo omogeneo, abbiamo ritenuto utile che le disposizioni delle Regioni siano prevalenti su quelle dei Comuni» spiega Andrea Bassi, presidente della commissione Urbanistica toccando un nervo politicamente scoperto. (s.zan.)
30 giugno 2011

martedì 28 giugno 2011

Energia "associazione bancaria":Priorità a rinnovabili, ma servono regole certe

Secondo le stime del PAN (Piano di Azione Nazionale) del Ministero dello Sviluppo Economico, per raggiungere gli obiettivi fissati dall’UE al 2020, nel corso dei prossimi dieci anni dovrebbe essere sostenuto un investimento complessivo di circa 52 miliardi di euro, di cui 40 miliardi soltanto nei settori dell’eolico e del fotovoltaico. "In questo scenario – ha sottolineato Giovanni Sabatini, Direttore generale dell’Abi - la certezza delle regole per gli operatori chiamati a supportare questo comparto è un aspetto fondamentale".

Tra le iniziative che mirano alla individuazione delle fonti rinnovabili del futuro, il discorso del Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Saglia, in occasione del Convegno del 20 Giugno su “Il settore delle biomasse in Italia, un caso di successo e nuove opportunità”, organizzato da GSE (Gestore dei Servizi Energetici), fa ricadere l’attenzione sul futuro ruolo delle biomasse, additate come settore in crescita nell’ottica del conseguimento degli obiettivi europei al 2020.

L’Abi (Associazione Banchieri Italiani) ha dichiarato in questi giorni che la priorità del comparto rinnovabili sta nel consolidare la sinergia tra istituzioni ed imprese, all’interno di un sistema di regole certe, in modo da dare al settore delle rinnovabili delle direttive garantite su cui buttare le fondamenta per delle solide prospettive future. Sempre secondo l’Abi, l’entrata in vigore del nuovo "IV Conto Energia", apre nuovi scenari di investimento agli operatori che vogliono credere nel comparto fotovoltaico.

giovedì 23 giugno 2011

RomaToday » Economia » Roma sceglie il sole: con il project financing pannelli fotovoltaici sui tetti di 524 scuole

La giunta comunale ha approvato una delibera per l'installazione di pannelli solari sui tetti di oltre 500 scuole di Roma. Il tutto grazie al sistema del project financing, ossia agli investimenti dei privati

La città eterna ha scelto di restare tale o, quanto meno, di vivere il più a lungo possibile. A poco meno di un mese dai risultati del referendum che il 12 e 13 giugno hanno sancito la vittoria dell'energia verde, Roma si allinea alla nuova tendenza: molte scuole della capitale saranno alimentate dal fotovoltaico grazie al sistema del project financing, ovvero grazie a investimenti privati. Già qualche esperimento a riguardo è stato effettuato, come l'installazione di impianti sul liceo scientifico Cannizzaro o sui tetti della scuola Fontanile Anagnino, solo per citarne alcuni. Ma questa volta i numeri sono ben più significativi.

Su 524 scuole capitoline verranno installati pannelli solari per un totale di circa 132.500 tonnellate di Co2 risparmiate all'atmosfera.Lo ha deciso ieri la giunta comunale con l'approvazione di una  delibera che apporterà un grosso vantaggio anche ai privati: coloro che installeranno i pannelli infatti grazie ai contributi statali, ricaveranno, per 25 anni, l'energia prodotta in eccesso. E proprio questa energia verrà fornita alle scuole, mentre quella rimanente sarà destinata alla rete e sarà fonte di ricavo per il gestore. Sempre a carico dei privati sarà la manutenzione degli impianti e dei tetti.

mercoledì 22 giugno 2011

Il no al nucleare dà nuove speranze di crescita al settore fotovoltaico

Il Presidente del Consiglio ed il ministro Prestigiacomo hanno detto la loro sulla necessità del Governo di appoggiare l’energia rinnovabile, e la vittoria indiscussa dell’abrogazione dell’uso di energia nucleare in Italia, sembra avere riportato l’attenzione su un settore ultimamente messo in crisi proprio dal Quarto Conto Energia. I tagli all’energia rinnovabile, confermati a maggio dal decreto incentivi al settore fotovoltaico, hanno infatti sferrato un “colpo basso” che ha creato non pochi danni economici alle aziende del comparto.

Adesso sembra spirare un vento di ripresa, anche se Gianni Chianetta, presidente di Assosolare, rimarcando il danno subito dalla nuova legge, invita il Governo a “poche parole e più fatti”, auspicando ad una collaborazione più serrata fra quest’ultimo e l’industria delle rinnovabili, volta ad un monitoraggio costante delle evoluzioni del mercato. Chianetta rimarca inoltre che il Quarto Conto Energia è stato un flop, e non sta dando alcun risultato in termini di ripresa economica, come aveva sperato il ministro Romani.

Anche il presidente di APER (associazione produttori energia da fonti rinnovabili), Agostino Re Rebaudengo, ha apprezzato le ultime dichiarazioni del Governo e propone una riapertura del dialogo, per potenziare senza ulteriori stop lo sviluppo dell’energia rinnovabile. I numeri dell’industria dell’energia alternativa in Italia sono molto alti: 140.000 posti di lavoro, 21 milioni di euro di risparmio in termini energetici grazie al taglio delle emissioni di CO2, 7.000 comuni su 8.000 con impianti che sfruttano l’energia rinnovabile.

Un mercato del genere può soltanto essere seriamente e saggiamente incentivato, soprattutto dopo che i risultati del referendum hanno evidenziato un’Italia più sensibile alle tematiche energetiche.

martedì 21 giugno 2011

Un milione di famiglie alimentate ad energia solare Il record dei tetti fotovoltaici? E’ del Bangladesh

La green economy fa dei "salti" inattesi in posti inaspettati: il numero di famiglie alimentato da energia solare in Bangladesh ha superato il milione, si tratta della più veloce crescita del fotovoltaico in tutto il mondo. Nel  poverissimo e sovrappopolato Bangladesh, aiutato da organizzazioni non governative che offrono prestiti a basso costo per l'installazione di pannelli solari, le famiglie rurali, la maggior parte delle quali non hanno accesso alla rete  elettricità, negli ultimi anni sono state le protagoniste di questa  espansione vertiginosa dell'energia solare.


Nel 2002 in Bangladesh solo 7.000 famiglie utilizzavano pannelli solari dopo 9 anni il Paese g ha raggiunto il traguardo di un milione di case con i pannelli fotovoltaici sul tetto e nei campi comunitari, 18 mesi prima del previsto, e entro il 2014 il governo di Dacca punta a superare i 2,5 milioni di case con l'energia solare.
Nazmul Haq,  della Infrastructure Development Company del Bangladesh, che finanzia progetti di energia pulita, sottolinea che «E' la più veloce espansione dell'energia solare in qualsiasi parte del mondo».
Circa il 60% dei 150 milioni di persone che vivono in Bangladesh non hanno un accesso affidabile all'elettricità e un rapporto della Banca mondiale di maggio evidenziava che i pannelli solari hanno «Cambiato il volto delle remote aree rurali del Bangladesh». Il Bangladesh nel 2009 aveva ottenuto un prestito proprio dalla Banca mondiale per sviluppare l'energia solare nel Paese e i risultati vengono definiti «Impressionanti»
Si tratta di una vera e propria rivoluzione del benessere per le povere famiglie rurali che utilizzavano per illuminare le loro abitazioni costose ed inquinanti lampade a cherosene. .I prestiti a bassissimi tassi di interesse con pagamenti mensili hanno permesso anche a comunità e persone molto povere di dotarsi di pannelli solari.
Secondo il  rapporto "Quantifying Carbon and Distributional Benefits of Solar Home System Programs" della Banca mondiale l'esperienza in corso in Bangladesh non solo ha permesso alle famiglie rurali di avere energia evitando di emettere gas serra ed altri inquinanti, ma può essere riprodotta all'estero: «Esiste un potenziale di mercato per i sistemi solari domestici in molte zone rurali, se vengono resi disponibili programmi di microcredito».
I "generosi" incentivi del governo hanno permesso così di trasformare in poco tempo in Bangladesh i pannelli solari da un "bene di lusso" accessibile solo a  qualche azienda in un diffuso sistema ad uso domestico.
Un sistema che sta attuando in India anche il "Rooftop Power and Stand alone Small Grid-connected Power Plant" (Rpssgp)  che fornisce oltre Rs.4, 5 lakh di sovvenzioni,  più della metà del costo totale stimato di Rs 8 lakh necessario per installare un impianto da 5 Kilowatt nelle case, in grado di reggere tutti gli elettrodomestici, comprese utenze "pesanti" come i condizionatori d'aria, e quasi sempre in case che non si possono permettere né elettrodomestici né condizionatori.
Lo schema potrebbe anche concedere prestiti individuali per installare solare termico, per ora questi incentivi sono destinati all'industria, ma potrebbero essere portati dal 20 al 60% ed estesi alle famiglie per riscaldare l'acqua per l'igiene personale, uno dei grandi problemi del Bangladesh rurale.
In un'intervista a The Hindu S.E.S. Syed Ahamed, vice-direttore per la regione di Mandurai del Tamil Nadu Energy Development Agency (Teda), spiega che «Il Centro potrebbe anche organizzare prestiti per coprire i costi rimanenti». La Teda è l'agenzia di snodo per l'attuazione nello Stato dell'India meridionale e le linee guida del progetto di solarizzazione sono state approvate il 12 marzo. La Regione Madurai del Teda comprende 16 distretti del Tamil Nadu centrale e meridionale.
Secondo Syed Ahamed «Lo schema dei finanziamenti dovrebbe inoltre coprire metà del costo di installazione di un pannello solare termico familiare» e il sussidio per le cucine solari è stato aumentato dal 20 al  60%. Il Centro ha anche aumentato gli incentivi per l'industria e gli sviluppatori di energia solare per attirare i giovani imprenditori nel settore e diffondere la tecnologia. Mentre prima il minimo richiesto per accedere allo State electricity boards (Seb) era 33  kilovolt, ora sono sufficienti 11 o 22 KV.
L'incentivo per un impianto solare da 100 kilowatt sul tetto è stato aumentato dal 30 al 40% del costo totale  ed un installatore otterrebbe quasi Rs.1 crore su un costo totale di Rs.2, 5 crore, mentre con le norme precedenti si arrivava a circa Rs.75 lakh.
Secondo Sayed, «Un'altra concessione molto attraente che viene offerta è quella di aumentare la durata base degli incentivi per la produzione di Rs. 18,44 per unità fornite dal ministero dell'Unione per le energie nuove e rinnovabili, per aumentare l'energia alla base del Sebs».
L'India fa quindi il contrario dell'Italia: mentre le norme precedi fornivano incentivi solo per i primi cinque anni, ora copriranno l'intera durata del contratto di acquisto dell'energia solare stipulato con i fornitori di elettricità, che di solito è di 25 anni. In totale l'Rpssgp ha l'obiettivo di ottenere entro il 2013 almeno 100 megawatt di energia solare dai tetti indiani.

lunedì 20 giugno 2011

Fotovoltaico Italiano: raggiunti i 5.560 MW

Dando uno sguardo ai dati appena pubblicati dal Contatore fotovoltaico del Gestore Servizi Energetici (GSE), l’Italia ha raggiunto una potenza di 5,5 Gigawatt connessi alla rete tramite impianti fotovoltaici. Analizzando l’aumento degli incentivi dal primo al terzo conto energia, si può riassumere che il Primo Conto Energia avrebbe generato una potenza cumulata di circa 163 MW (con 5.733 impianti), e il Terzo (terminato anticipatamente a Maggio) di 304 MW (con 12.000 impianti).

Al 26 maggio 2011, in base ai dati riportati dal contatore fotovoltaico aggiornato in tempo reale sul sito del Gse, pertanto, il Secondo Conto Energia ha permesso l’installazione di un totale di 5.092 MW, con oltre 191 mila impianti installati. Questi veloci ritmi di crescita, soprattutto durante il secondo Conto Energia, subiranno una forzata battuta d’arresto con i nuovi parametri del Quarto Conto Energia, che prevede un sostanzioso taglio degli incentivi alla produzione di energia fotovoltaica.

Nonostante la lunga polemica che ha rimandato fino a maggio l’approvazione  e l’emanazione del Quarto Conto Energia, l’Italia e il settore fotovoltaico provano comunque a ripartire per superare lo scoglio legato al corposo taglio degli incentivi. Mentre il settore sta ancora cercando di capire come muoversi, resta ferma la consapevolezza di essere comunque uno dei principali mercati a livello globale e di poter creare, oltre ad innegabili vantaggi ambientali, un importante settore e un buon indotto economico.